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John Baxter
(1939)

Autore della prima biografia non ufficiale su Kubrick, ha scritto numerosi saggi su altri registi, quali Spielberg, Woody Allen, Fellini e Bunuel. Di origine australiana, attualmente vive a Parigi dove ha scritto la biografia di Robert DeNiro. Lavora anche come critico cinematografico per la BBC.

 
Lui si vedeva come un ribelle
di Francois Forestier

E' molto difficile scrivere una biografia di Stanley Kubrick?
No, non molto, e ciò mi ha sorpreso. All'inizio ho pensato che fosse una missione impossibile, vista la sua reputazione. Ma tutte le persone che lo hanno conosciuto, hanno acconsentito a parlarmene. Tutti hanno la loro piccola storia su Kubrick.

Qual è la chiave per capire il personaggio Kubrick?
E' un uomo la cui infanzia non è stata felice. E' il prodotto della media borghesia, cosa alla quale non si è mai adattato realmente. A scuola, aveva voti medi in tutte le materie dove doveva collaborare con gli altri ragazzi. In compenso, nelle materie più astratte, come la chimica, era molto più a suo agio. Suo padre gli insegnò a scattare foto e a giocare a scacchi. Gli scacchi, sono un gioco puramente intellettuale, mentre la fotografia aiuta a sviluppare il senso estetico... Sono due cose che possono mettere una certa distanza tra la persona che le sviluppa e gli altri. Il mondo, per Kubrick, è diventato una sorta di laboratorio di esperienze scientifiche. Lui non vedeva gli altri individui, ma dei tipi, dei gruppi, degli esempi. Era molto interessato a due tipi di personaggi: i soldati e i criminali... Ebbe un'occasione di uscire da questa sorta di torre d'avorio durante il suo secondo matrimonio, che fu una vicenda molto passionale. Se avesse continuato la relazione con la sua seconda moglie, sarebbe diventato un'altra persona.

Lui sposò più tardi Christiane Harlan, della quale si è detto che era la figlia di Veit Harlan, il realizzatore di Suss l'Ebreo.
E' molto difficile stabilire chi sia Christiane. Io penso che Veit Harlan fosse suo padre e non suo zio paterno. [Christiane e Jan Harlan dichiarano di essere i nipoti e non i figli di Veit, NdT.]

Kubrick è sempre stato piuttosto affascinato ai nazisti.
Esattamente! Andrew Birkin racconta che, quando Kubrick lo inviò in Sud Africa per fare delle fotografie per 2001, ritornò con delle immagini di propaganda nazista che Kubrick volle vedere. Egli non ebbe reazioni d'orrore, ma affascinate. E' sufficiente vedere Arancia Meccanica per capire questo. Kubrick voleva fare un film su Albert Speer.

Lei ha letto il libro di Frederic Raphael?
Sì, l'autore da un ritratto molto preciso di Stanley Kubrick. Prende in contropiede l'immagine del genio folle, cosa molto positiva. Kubrick era bizzarro, timido e solitario, ma in nessun caso era il matto che si diceva. Anche quando faceva cinquanta riprese per una scena, era un procedimento assolutamente ragionato. Era così che si faceva il cinema, all'epoca del suo debutto...

In ogni caso, conduceva una vita molto ritirata.
Accadde molto lentamente. All'inizio si stabilì in campagna, senza isolarsi dal mondo. Poi, quando girò Barry Lyndon fu minacciato dall'IRA. I suoi bambini dovevano essere scortati... Gli fecero delle telefonate minacciose... Lui dunque, fu costretto a porre delle barriere tra la sua famiglia e il mondo esterno.

Era un "self-hating Jew", un ebreo che si detestava, come ha scritto Raphael?
Non penso che la sua ebraicità lo inquietasse più di quanto non inquietasse Frederic Raphael. Era Stanley Kubrick, ecco tutto. Non era ebreo osservante, non è stato sepolto secondo il rito ebraico, non si è mai sposato con rito religioso.

Perché ha realizzato così pochi film?
Il suo metodo, era: lasciamo che gli altri trattino un determinato soggetto, dopodiché facciamo meglio. Voleva essere il migliore.

Aveva bisogno di essere il primo della classe?
Esattamente. Traeva più soddisfazione da questa situazione che dal fatto di fare del cinema. Per questo ci impiegava anni a realizzare i suoi progetti. Eyes Wide Shut fu annunciato nel 1968,ù dopo 2001, dalla Warner Bros.

Lui si vedeva come un realizzatore solitario...
Sì, un franco tiratore. Un guerrigliero. In effetti, amava atteggiarsi da ribelle, anche se non lo era veramente.

Qual è il nocciolo della sua opera?
Tutti i film di Kubrick si sviluppano da sistemi che si incastrano su loro stessi, come delle macchine che si scoordinano. I piani di Barry Lyndon falliscono, l'astronave di 2001 finisce non si sa dove, il computer impazzisce...

Voleva provare tutti i generi?
Non credo che pianificasse tutto fino questo punto. Non voleva fare Eyes Wide Shut, infatti, ma il suo film sull'intelligenza artificiale, A.I.... Ha quasi realizzato Wartime Lies... Cambiava spesso idea. Quando è uscito Easy Rider, disse: "Guarda, faccio un film sui giovani", e ha realizzato Arancia Meccanica. Non aveva una strategia d'insieme.

Cosa fa la sua grandezza?
Come John Ford, come Orson Welles, ha creato un mondo nel quale noi possiamo proiettarci. Nella misura in cui non rilasciava interviste e non incontrava molte persone, ci ha lasciato la capacità di comprendere il mondo come lo percepiamo. Ha lasciato un'opera piena di riflessioni, intelligente, bella. Creava come per distillazione. Filmava solo l'essenza. I suoi film sono il concentrato della sua arte.

Il se voyait comme un rebelle, di Francois Forestier
Le Nouvel Observateur, numero 1818
Traduzione dal francese per ArchivioKubrick di Rufus McCoy

John Baxter
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