Testimonianze
Home > Testimonianze > Persone: Steven Spielberg
Steven Spielberg
(1946)

Uno dei registi della nuova Hollywood, arrivato al successo planetario con Lo Squalo. Alterna film di intrattenimento ad opere più impegnate, specialmente dopo la svolta con Schindler's List. Ha conosciuto Kubrick agli inizi degli anni '80, quando i due registi si sono trovati agli Elstree Studios a girare I Predatori dell'Arca Perduta e Shining. Ha ereditato da Kubrick il progetto A.I. che ha filmato nel 2001.

 
Ricordando Stanley Kubrick: Spielberg e Kubrick [estratti]
di Paul Joyce

Quando lo conobbi nel 1980 stava giusto finendo di costruire i set per Shining. Ci incontrammo per la prima volta e parlammo molto di film. Mi sarei trasferito sui suoi set per girare I Predatori dell'Arca Perduta quando avesse finito. Quando il suo set venne distrutto, dovremmo prima girare in Francia per dare modo a Stanley di finire per poi lasciarci costruire "il pozzo delle anime" dove si trovava l'entrata dell'Overlook Hotel, quel famoso salone dove Jack Nicholson batteva a macchina.

Dopo la fine delle riprese, rividi Stanley e andai a casa sua a Londra per cena e mi chiese "Ti è piaciuto il mio film?" L'avevo visto una volta e Shining non mi era piaciuto la prima volta che lo vidi; da allora l'ho visto 25 volte, uno dei miei preferiti. I film di Kubrick ti piacciono sempre di più, ma il fatto è... ti sfido a nominare un film di Kubrick che riesci a spegnere una volta iniziato. E' impossibile, hanno tutti questa specie di sicura! Ma non mi era piaciuto la prima volta: gli parlai di tutto ciò che mi era piaciuto e lui capì subito e disse: "Steven, è ovvio che il mio film non ti è piaciuto molto" e io: "Mi sono piaciute molte cose" e lui "Ma forse sono più le altre. Dimmi cosa non ti è piaciuto". Allora gli dissi: "Beh, la cosa che mi... ho trovato Jack Nicholson, che è un grande attore, ho trovato che la recitazione fosse grandiosa ma mi ricordava quasi il teatro kabuki giapponese." Disse: "Vuoi dire che Jack ha esagerato?" e io dissi: "Sì qualcosa del genere" e lui disse: "Va bene e ora veloce, senza pensarci chi sono i tuoi attori preferiti in assoluto? Dammi qualche nome." Così velocemente dissi: "Spencer Tracy, Henry Fonda, Jimmy Stewart, Cary Grant, Clark Cable" e lui: "Fermati - disse - Ok, dov'è James Cagney in quella lista?" e io pensai: "Beh, è ai primi posti." Stanley disse: "Ah, ma non è tra i primi cinque, non consideri James Cagney uno tra i cinque migliori attori, vedi io sì. Ecco perché il lavoro di Jack é così grandioso."

Ogni conversazione telefonica era un'ispirazione per me: a Stanley piacevano le informazioni, gliele fornivi spesso, informazioni che lui voleva e io gliele fornivo. Conoscendolo ho capito la dinamica del nostro rapporto, Stanley mi dava consigli, collaborava con me io gli raccontavo una storia che volevo dirigere e lui mi faceva domande difficili: "Cosa c'è di interessante? Perché vorresti fare quel film? Mi sembra molto noioso. Come puoi renderlo interessante?" Ti spingeva continuamente. Mi ha dato lo stesso, se non più di quanto avrei potuto offrirgli io. Prima mi ha dato i suoi film, poi la sua amicizia, che voleva dire anche il suo tempo e non c'è dono piĆ¹ grande che si possa fare.

Quando guardi tutti i suoi film, anche se secondo me, hanno tutti una cosa in comune, la sua maestria è impeccabile, in ogni film che ha fatto la sua arte è impeccabile, le luci, le carrellate, i movimenti lunghi i primi piani in Barry Lyndon, le inquadrature, l'illuminazione, le finestre per la luce di sfondo, quella è la combinazione esatta! Devi essere molto preciso per accontentare Stanley, così poteva mettere la pittura sulla tela in modo da farti apprezzare il quadro; doveva essere perfetto, la scelta di obiettivi, il suo lavoro di steadicam negli ultimi anni, impeccabile! Il migliore nella storia, nessuno in assoluto può girare un film meglio di Stanley Kubrick, era impeccabile, ma il modo in cui narrava le storie a volte era antitetico al modo in cui di solito vengono raccontate e credo che a volte Stanley lo facesse solo per essere diverso e aveva un modo specifico di raccontare una storia. Non voleva darsi arie: "Sono molto diverso da te" diceva: "Perché dobbiamo raccontare ogni storia allo stesso modo?" mi diceva. Negli ultimi anni della sua vita continuava a dire: "Voglio cambiare la forma, voglio fare un film che cambia la forma" e io: "Non l'hai fatto con 2001?" Mi disse: "Solo un po', ma non abbastanza" e continuava a cercare modi diversi di raccontare le storie.

La prima cosa che rende Kubrick speciale è il fatto che era un camaleonte: non ha mai fatto lo stesso film due volte, ogni singolo film è un genere diverso, un periodo diverso, una storia diversa, un rischio diverso. L'unica cosa che univa tutti i suoi film era l'incredibile maestria che aveva nella sua arte e nel montaggio, la recitazione e la posizione della cinepresa, ma ogni storia era diversa e ogni storia, in qualche modo, era così misteriosa nel modo in cui veniva narrata che ti manteneva curioso: "Come andrà a finire? Non riesco ad immaginare cosa succederà" e tutti i suoi film sono pieni di alti e bassi, di sorprese nella trama e sorprese nei personaggi che li devi vedere più di una volta perché desideri quella stessa sorpresa. Stanley era un genio, potevi guardare uno dei suoi film 15 volte e anche sapendo cosa c'era dietro l'angolo te ne dimenticavi ed era di nuovo una sorpresa; non conosco nessun altro che possieda quella magia.

Ritornai più volte nella mia mente al film che avevo scelto di mostrare ai miei amici la domenica, ora americana, quando venni a sapere che Stanley era morto: venne della gente quella sera che doveva venire a cena in ogni caso, e parlammo tutta la sera di Stanley, e volevo mostrare a tutti una scena che per me simboleggiava quanto fosse profondo il cuore di Stanley e quanto potesse amare e mostrare le sue emozioni. Lo accusavano infatti di essere un regista senza emozioni; io penso che fosse un regista emotivo e così feci vedere l'ultima scena di Orizzonti di Gloria dove Christiane, che poi ha sposato, interpreta la prigioniera tedesca che si alza e canta davanti ai soldati francesi e commuove tutti quanti, e mentre i soldati piangevano, piangevamo anche noi guardando l'ultima scena, non tutto il film, quella ultima scena, da sola, ci toccò tutti, e due persone che non avevano mai visto Orizzonti di Gloria rimasero ugualmente colpite da quella scena e per questo per me rappresenta Stanley come essere umano.

Remembering Stanley Kubrick, di Paul Joyce
Dreamworks Offices, Hollywood, California, 22 Luglio 1999, 10:20
Traduzione dall'inglese come nel DVD di Eyes Wide Shut
L'intervista integrale è stata trasmessa su Channel4 nel settembre 1999
Steven Spielberg
Argomenti correlati
. Remembering Stanley Kubrick: le tre interviste di Paul Joyce a Cruise, Kidman e Spielberg per la TV britannica.
. Il tributo di Spielberg agli Oscar 1999: il discorso in memoria di Kubrick e il montaggio commemorativo preparato dall'Academy.
. Intervista a Steven Spielberg su A.I.: il regista racconta la genesi del progetto ereditato da Kubrick.
 
Caleidoscopio
Home > Testimonianze > Persone: Steven Spielberg