Quasi 40 anni prima della sua morte e dell'uscita di Eyes Wide Shut, il regista Stanley Kubrick parlò della sua vita e dei suoi film. Un'intervista esclusiva di Robert Emmett Ginna per il settimanale Entertainment Weekly.
Il manoscritto di Ginna è stato anche alla base per un articolo del quotidiano inglese The Guardian. L'editorialista ha scelto brani dell'intervista non pubblicati da Entertainment Weekly, permettendo di conoscere qualche migliaio di parole kubrickiane in più delle 26.000 totali. Questo articolo è stato originariamente pubblicato nel supplemento Friday Review del Guardian, sotto il titolo di A Film Odyssey.
L'odissea ha inizio
di Robert Emmett Ginna Fino alla sua inattesa morte lo scorso mese a 70 anni, il regista Stanley Kubrick - che è stato sempre un personaggio evasivo - era diventato il soggetto di accesi dibattiti che a volte arrivavano alla mitizzazione. Con una ridotta troupe e con un grande perfezionismo aveva da poco finito di girare Eyes Wide Shut a Londra, con Tom Cruise e Nicole Kidman. Il regista ha così realizzato 13 lungometraggi, che includono 2001: Odissea nello Spazio e Arancia Meccanica, uscendo da un ritiro durato 12 anni per realizzare il suo nuovo film che aveva tenuto gli attori occupati per l'incredibile tempo di 19 mesi densi di ciak ripetuti e scene rigirate ex novo. Quando ho sentito della sua morte, sono andato a scavare nei miei archivi in un vecchio deposito nel New Hampshire e ho tirato fuori la trascrizione di un'intervista che feci a Kubrick nel 1960 per la rivista Horizon. Kubrick, che all'epoca aveva 31 anni, aveva appena concluso la post-produzione di Spartacus e stava preparando Lolita. Accetto' di essere intervistato per la rubrica "Gli artisti parlano in prima persona" della rivista e mi invitò nella sua modesta casa in stile spagnolo nei dozzinali palazzi di Beverly Hills. Nonostante accendesse una sigaretta dopo l'altra appariva rilassato. Indossava una giacca sportiva grigia e pantaloni di velluto a coste. Kubrick parlò per ore del mestiere di regista, della sua vita fino a quel momento, come pure delle sue affinità con lo scrittore e drammaturgo austriaco Arthur Schnitzler (1862- 1931), la cui novella Traumnovelle (Doppio Sogno) sarebbe diventata la base per Eyes Wide Shut. Le interviste della rivista Horizon erano di solito lunghe 4.000 o 5.000 parole, ma la trascrizione di quella di Kubrick toccava le 26.000 parole. Feci diversi tentativi per ridurla a una lunghezza pubblicabile con l'aiuto di Kubrick stesso, ma lui diventò sempre più preso dal suo lavoro. Anche io mi dedicai al cinema e alla fine la rivista chiuse i battenti. L'intervista non fu mai pubblicata. Alcuni anni più tardi, lavoravo come produttore agli studi britannici della MGM dove Kubrick era immerso col suo 2001. Una mattina arrivai al mio ufficio e scoprii che Stanley aveva iniziato a recintare con mura la sua parte degli studio. Il simbolismo era appropriato. Da allora diventò sempre più un recluso e di lì in seguito parlò molto raramente con la stampa, preferendo che fossero i suoi film a parlare per lui. Di seguito, alcuni estratti di quella che Kubrick chiamava "la nostra eroica chiacchierata". Prima del suo ultimo film, Spartacus,
lei aveva iniziato a lavorare su I Due Volti della Vendetta,
con Marlon Brando, che alla fine è stato diretto da lui stesso. Come mai ha abbandonato
quel progetto? Prima di Spartacus, i suoi film erano di
dimensioni più ridotte. Ha deciso di seguire la tendenza hollywoodiana a fare
colossal? Che cosa la attrasse del libro Lolita per
sceglierlo come soggetto di un film? Ha dichiarato che le piacciono molto le opere di Arthur Schnitzler. Che
cosa la attrae? Schnitzler lascia molte cose non dette, implicite, ha un modo
quasi circolare di arrivare al punto. Pensa di essere attratto dalle opere che hanno uno spiccato carattere di
ambiguità? Ma non pensa che i film troppo ambigui possano perdere il grande
pubblico? Che cosa l'ha spinta a fare il regista? Qual è la miglior preparazione per chi vuole fare il
regista? I suoi film di inizio carriera furono trattati bene dai
critici? Quali elementi di un film un regista dovrebbe controllare secondo
lei? Dato che prima di essere un regista lei è stato fotografo,
la direzione della fotografia ha tuttora un particolare interesse per lei? Che cosa pensa riguardo usare grandi attori nei film? Preferisce
piuttosto degli sconosciuti di talento? La musica ha un ruolo importante nei suoi film? Ci sono alcuni film di registi particolari che lei considera punti
di riferimento? La sua opinione del mondo, della vita, è ottimista o
pessimista? The odyssey begins, di Robert Emmett Ginna |
Kubrick rivelato
di Robert Emmett Ginna Per 39 anni un'intervista unica e sincera con il notoriamente reticente Stanley Kubrick ha languito, inedita, nel deposito di Robert Emmett Ginna. Mentre l'ultimo film del compianto regista debutta in America, Film Unlimited rivela il manoscritto sepolto. Robert Emmett Ginna, un giovane editorialista della rivista americanaù Horizon, intervistò l'allora 33enne regista Stanley Kubrick nel 1961. Il regista aveva appena concluso il lavoro su Spartacus e si stava preparando a girare Lolita. Ginna incontrò Kubrick nel suo modesto appartamento in stile spagnolo di Beverly Hills. Nonostante accendesse una sigaretta dopo l'altra appariva rilassato. Indossava una giacca sportiva grigia e pantaloni di velluto a coste. Kubrick parlò per ore del mestiere di regista, della sua vita fino a quel momento, come pure delle sue affinità con lo scrittore e drammaturgo austriaco Arthur Schnitzler (1862- 1931), la cui novella Traumnovelle (Doppio Sogno) sarebbe diventata la base per Eyes Wide Shut. La trascrizione dell'intervista di Ginna con Kubrick raggiungeva le 26.000 parole. "Feci diversi tentativi per ridurla a una lunghezza pubblicabile con l'aiuto di Kubrick stesso," ha scritto Ginna, "ma lui diventò sempre più preso dal suo lavoro. Anche io mi dedicai al cinema e alla fine la rivista chiuse i battenti. L'intervista non fu mai pubblicata." Per quasi quattro decenni, la trascrizione è rimasta a muffire nel deposito di Ginna nel New Hampshire. Fino a quando Ginna ne ha spedito una copia al Guardian. Non era solo la graffetta irrugginita, la carta giallastra e indebolita o l'odore di muffa che testimoniava l'autenticità dell'intervista, ma il tono generale delle domande e delle risposte. Questi sono alcuni estratti di quella che Kubrick definì parlando con Ginna "la nostra eroica chiacchierata".
Che cosa l'ha spinta a fare il regista? Qual è la miglior preparazione per chi vuole fare il
regista? Pensa che un film come Lolita
sarebbe stato possibile da realizzare per un regista americano 10 anni fa? E il pubblico sarebbe stato pronto per Lolita
10 anni fa? E un produttore sarebbe stato disposto a farlo? Pensa che ci saranno pressioni per censurare
Lolita o per bandirlo a causa della paura che il film,
tratto da un romanzo controverso, possa offendere una grossa parte del pubblico? Quali sono stati i principali motivi di attrazione per
Lolita come soggetto per un film? Possiamo far sì che lo spettatore medio consideri scandalosa la
relazione di un uomo di 39 anni con una bambina, senza le poche ma sensazionali
scene erotiche del libro? Lei ha acquistato i diritti di Lolita così presto che penso la si
possa considerare esente da ogni motivazione bassamente connessa agli incassi. Prima di Spartacus, i suoi film erano
di dimensioni più ridotte. Quando ha accettato di dirigere
Spartacus mi sono chiesto se avesse deciso di seguire la
tendenza hollywoodiana a fare colossal? Ha dichiarato che le piacciono molto le opere di Arthur Schnitzler e che
è uno scrittore che ha catturato la sua attenzione. Schnitzler lascia molte cose non dette, implicite, ha un modo
quasi circolare di arrivare al punto. Pensa di essere attratto dalle opere che hanno uno spiccato carattere di
ambiguità? Ha qualche preferenza per il lavoro con la macchina da presa,
in termini ad esempio di quante macchine impiegare per una scena? Ho letto una recensione molto interessante del libro di Mary McCarthy sul
mestiere del critico, pubblicato di recente in Inghilterra, dove Angus Wilson,
il recensore, puntualizzava che per l'autrice - e anche per il recensore stesso
- il cinema, e non più il teatro, è il mezzo dell'intellettuale
contemporaneo. Mi chiedo se anche lei è dello stesso parere. La sua opinione del mondo, della vita, è ottimista? Saranno i suoi film a parlare per lei? Kubrick uncovered, di Robert Emmett Ginna |
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