Stanley Kubrick, che, a 24 anni, ha già prodotto-fotografato-diretto e montato tre pellicole che hanno avuto una distribuzione commerciale, non guarda il mondo attraverso le lenti del 3D e nemmeno ha mai girato a colori. Finora ha sempre lavorato nei limiti del budget e del crudo realismo delle sfumature di bianco e nero.
"Non ho mai visto nessuna pellicola 3D, a parte Bwana Devil" ammette, "e ho applaudito il cinegiornale che è seguito. Tecnicamente conosco il 3D, anche se non l'ho mai usato né ho visto finora le sue applicazioni al Cinema Scope e agli altri media. Spero davvero di poter realizzare un film a colori, e senza dubbio lo farò."
Fear and Desire è l'opera di Kubrick di cui si parla ora. Joe Burstyn lo sta promuovendo con una premiere martedì prossimo al Guild Theater e con tutta probabilità dopo la tappa iniziale lo immetterà nel circuito cinematografico.
"E' stato girato alla periferia di Los Angeles, ad Azuza, dove c'è un bel bosco" ci racconta questo ragazzo sensibile, vestito in modo insolito, occhi marroni e una massa spettinata di capelli scuri, durante una chiacchierata informale al 75 di West Street. (Probabilmente è più difficile trovare un bel bosco che una bella ragazza ai bordi di L.A., azzardiamo. Lui è d'accordo.)
Il film racconta le imprese di un esercito immaginario e ha un'atmosfera fiabesca. Non manca nemmeno una storia d'amore. Nessun grande nome nel cast, tranne quello di Frank Silvera, attualmente in scena al National con Camino Real di Tennessee Williams.
Come è iniziata la carriera di Kubrick, e quando?
"Sono sempre stato un maniaco della fotografia fin da piccolo", ci dice il regista. "Al liceo Taft, nel Bronx, ho venduto cinque servizi fotografici a Look. Ho frequentato il City College per un anno, continuando a lavorare come free-lance per Look. Poi ho lasciato la scuola e ho chiesto di lavorare a tempo pieno, e ci sono riuscito." Ed è anche riuscito a sposarsi, con Toba; nel film ha lavorato come supervisore alla sceneggiatura e direttrice dei dialoghi. Si sono sistemati a Greenwich Village, dove vivono quando non sono in giro per location. Gli hobby di Kubrick sono gli scacchi e il baseball, e gli piace ascoltare sua sorella, studente dell'Adelphi, suonare la chitarra e cantare canzoni folk.
Tre anni fa ha lasciato la rivista per tentare la strada del cinema, "col mio buon amico Dick de Rochemont che ha messo insieme un po' di soldi per sostenere il mio primo cortometraggio, The Day of the Fight, distribuito dalla RKO. Un affare che mi ha fruttato esattamente 50 dollari. Ma la RKO ha anche accettato il mio secondo soggetto, Sky Pilot, la storia di un prete che sorvola il Messico. Questo mi ha dato 1500 dollari netti e grande soddisfazione, poiché otto co-produttori sono venuti in mio aiuto investendo nel mio primo film, che ne è costato 100.000."
"La sceneggiatura è opera di Howard O. Sackler, un poeta laureato del mio liceo, e la colonna sonora è di Gerald Fried, con cui giocavo a basket e baseball nel Bronx. Abbiamo progetti ambiziosi, a modo nostro. Gireremo Love Story of New York e l'intera città sarà il nostro set."
Kubrick: another boy film producer, di Irene Thirer
New York Post, 27 Marzo 1953
Traduzione dall'inglese per ArchivioKubrick di Carolina Gambino
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