"Credo che catturare un'azione spontanea, piuttosto che studiare attentamente una posa, rappresenti sul piano estetico l'uso più valido ed espressivo della fotografia". Parole di Stanley Kubrick. Probabilmente non hanno scosso il mondo intero ma hanno fatto trasalire me: il ragazzino che le ha pronunciate ha compiuto 19 anni la settimana scorsa e fa parte dello staff di fotografi di LOOK da quando ne aveva 17.
Mr. Kubrick non ha elaborato questa filosofia dalla sera alla mattina: da tre anni crea, e vende, reportage fotografici. Solo tre anni fa Stan ha ricevuto in dono la sua prima macchina fotografica, una Kodak Monitor 620: è bastato che si scambiassero i convenevoli e la macchina è presto diventata il suo genio della lampada.
Kubrick aveva 16 anni e una macchina fotografica nuova quando il 12 aprile del '45 si trovò a passare davanti ad un'edicola. Lì c'era un anziano signore circondato da giornali i cui titoli di prima pagina dicevano "ROOSEVELT E' MORTO". Stanley scattò la foto e dopo averla sviluppata si rese conto che era vendibile. Leggendo le riviste fotografiche aveva imparato come si fa a vendere una foto, così portò la sua a LOOK. La allora redattrice del materiale fotografico Helen O'Brian mostrò la foto a Guenther, il compianto direttore della rivista, e insieme decisero di usarla. La signora O'Brian era d'accordo con Kubrick sulla sua naturale inclinazione per le storie illustrate e lo incoraggiò a fare di più, dopo la scuola. "Ha venduto a LOOK quattro storie illustrate, Stanley ha la più alta percentuale di servizi accettati di qualsiasi altro fotografo free-lance che io abbia mai incontrato", dice.
Circa la metà di queste storie con protagonisti inconsapevoli sono idee di Kubrick. Lo erano prima che diventasse il più giovane fotografo di LOOK e lo sono ancora. Una sua candid camera fotografica ebbe inizio durante una banale visita dal dentista. Come la maggior parte di noi, Stanley odia andare dal dentista. Mentre aspettava notò che gli altri pazienti sembravano nervosi quanto lui. Il risultato è una serie di scatti spontanei, realizzati con una luce naturale che mostra come il fotografo sappia cogliere il lato umoristico della nostra paura del dentista e rivela anche qualcosa di più: che questo humour è simpatetico. Una combinazione che si trova raramente e di solito in persone estremamente mature.
Kubrick dimostrò di esserne capace già a sedici anni. Alla Taft High School, il liceo che frequentava, c'era un insegnante che leggeva l'Amleto ad alta voce davanti alla classe. Quest'insegnante recitava ogni ruolo, scegliendo le espressioni del viso e i gesti più adatti al personaggio che stava interpretando. Kubrick portò la macchina fotografica in classe, scattò delle foto senza che l'interessato lo sapesse, e LOOK le comprò. Le foto erano divertenti senza risultare crudeli, e l'insegnante le apprezzò tanto quanto gli altri lettori di LOOK.
Gli stessi elementi si ritrovano negli scatti dal titolo "Come la gente osserva le scimmie". Kubrick fu incaricato di scattare immagini che studiassero il modo in cui le persone osservano gli animali in gabbia. Per realizzarle Stanley prese i necessari accordi con i direttori dello zoo di Prospect Park, a Brooklyn. Il casotto che ospita le scimmie ha una gabbia al chiuso e una all'aperto; le scimmie erano lì, in quella esterna, allora Kubrick si sistemò in quella dentro il casotto e puntò l'obiettivo attraverso la fessura in cui gli inservienti fanno passare il cibo per gli animali. Dapprima le scimmie mostrarono una certa curiosità poi, una volta che gli fu permesso di dare un'occhiata nell'obiettivo, se ne tornarono dal loro pubblico abituale. La foto uscì su LOOK a tutta pagina: una scimmia che si grattava la testa con il titolo "Ecco come le scimmie osservano la gente." L'altra pagina mostrava invece la foto del pubblico davanti alla gabbia: "...ed ecco come la gente osserva le scimmie."
Fino al momento in cui è entrato a far parte dello staff di LOOK, Stanley ha usato una Rolleiflex standard. Ora usa una Rolleiflex automatica, una Speed Graphic 4 per 5 e una Contax. Per le foto all'interno preferisce l'illuminazione naturale, ma passa al flash quando la luce fioca non permette di catturare il movimento naturale del soggetto. Per un servizio scattato in metropolitana ha comunque usato solo la luce naturale, eccetto che nella foto di una rampa di scale. "Volevo mantenere l'atmosfera che si avverte in metro, così ho utilizzato l'illuminazione naturale. Le persone che si trovano in metropolitana di notte sono meno inibite di quelli che viaggiano di giorno. A notte fonda le coppie fanno l'amore apertamente, ci sono ubriachi che dormono per terra e accadono tante altre attività insolite."
Per scattare le foto nell'abituale maniera spontanea, Kubrick prese la metropolitana per due settimane di fila. Metà delle corse le fece tra mezzanotte e le 6 di mattina. Non poteva scattare foto fino a che la metro si fermava in una stazione, perché il movimento e le vibrazioni avrebbero rovinato qualunque cosa inquadrata. E spesso, proprio quando era pronto a scattare, qualcuno passando copriva l'obiettivo o in altri casi il soggetto della foto scendeva alla fermata. Ma Kubrick alla fine ce la fece e scattò le sue foto. La sua presenza passò inosservata da tutti, tranne un controllore della metro che gli chiese cosa stesse facendo. Kubrick glielo spiegò.
"Hai l'autorizzazione?" gli chiese l'uomo.
"Lavoro per LOOK" rispose Kubrick.
"Certo, ragazzo," ribatté il controllore, "e io sono redattore
associato al Daily Worker."
Per questo particolare servizio Kubrick usò una Contax e scattò a 1/8 di secondo. La mancanza di luce poi triplicò il tempo necessario allo sviluppo.
Quando a Kubrick viene un'idea la mette su carta in cinque copie dattiloscritte, da sottoporre rispettivamente a Dan Mich, redattore esecutivo, Henry Ehrlich, direttore, Merle Armitage, direttore artistico, Arthur Rothstein, direttore tecnico, e Woodrow Wirsig, assistente del direttore. I cinque poi si riuniscono, e decidono di dare semaforo rosso o verde all'idea. Semaforo verde significa un incarico specifico. Raramente Kubrick ha mano libera.
Ora che fa parte dello staff, Kubrick mantiene la stessa alta media di successi che aveva da free-lance. Lo spiega dicendo: "La politica della rivista è così ben determinata che raramente si va a caccia di fantasmi. Quando LOOK ti affida una storia poi di solito la pubblica."
Ho chiesto a Stanley di dare qualche consiglio ai dilettanti ambiziosi che vogliono lavorare per le riviste. "Fatevi venire qualche idea per una storia, uscite a farne fotografie e mandatele alle riviste. Io sono stato fortunato: mi è venuto in mente di fare così quand'ero giovane." Non ho potuto fare a meno di sorridere a sentire la parola "giovane". Poi aggiunge: "Non cercate di immortalare grandi eventi o grandi personaggi; avrete probabilmente più successo con delle foto di cose o persone di cui la rivista ignora l'esistenza." Stan prende molto seriamente anche il cinema, e sta per dare il via alle riprese di un film sonoro scritto e finanziato da lui ed alcuni amici.
Camera Quiz Kid, di Mildred Stagg
The Camera, Ottobre 1948
Traduzione dall'inglese per ArchivioKubrick di Carolina Gambino
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