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Da cinefilo a cineasta
di Joanne Stang

HOLLYWOOD
Quando Stanley Kubrick era un ragazzo di 14 anni, la vita era un sogno fatto di immagini in movimento, cambiate due volte a settimana e guardate dalle poltrone di velluto rococò del cinema Loew's Paradise nel Bronx.

Oggi, nell'ariosa realtà degli uffici dei produttori di Beverly Hills, le immagini aspettano quiete sotto la piatta coperta di una pila di sceneggiature oppure sono già state trasformate in rulli di pellicola immagazzinate in scatole rotonde di latta etichettate come "Kubrick" - e "Kubrick" è diventata una nuova parola nel colorato anche se circoscritto dizionario del cinema. Significa un giovane dai capelli opachi, leggermente solitario, vagamente diffidente, che parla poco, si veste in nero sotto lo splendente sole di Canon Drive e fa film sorprendenti.

Ciò che rende i film di Kubrick sorprendenti non è il loro numero. Ha portato a termine solo quattro lungometraggi - due tentativi adolescenziali realizzati per imparare il mestiere, Fear and Desire e Il Bacio dell'Assassino, poi Rapina a Mano Armata e Orizzonti di Gloria. Neppure il successo commerciale li rende tali. Solo Orizzonti di Gloria ha guadagnato sopra il suo costo.

L'ingrediente magico di Kubrick è il tipo di verità che riesce ad ottenere in camera - col modo di usare la camera - un modo di usare la camera che plasma la trama direttamente nella mente del pubblico con scene così reali che sembra si possano toccare oltre che guardare.

Marlon Brando, che anche i prudenti considerano l'attore del momento, ha recentemente scelto Kubrick per dirigere il suo primo film da indipendente, I Due Volti della Vendetta. Brando attribuisce l'abilità di Kubrick di preservare un senso di verità nel film ad un'istintiva sensibilità come pure ad una padronanza eccellente della tecnica di ripresa.

"Stanley è insolitamente percettivo", dice Brando, "e delicatamente in sintonia con le persone. Ha un'intelligenza abile e pensa in modo creativo senza copiare gli altri, senza farsi influenzare troppo. Elabora quello che ha imparato e lo porta ad un punto totalmente nuovo e personale con una passione mai invadente."

A 30 anni, Kubrick è come un principe emigrato dal buio della foresta nera al soleggiato regno di Hollywood. Nato nel Bronx ha vissuto nel quartiere, facendo come lui stesso dice "il ragazzetto solitario", e questa caratteristica se l'è portata dietro fino alla costa occidentale. In un ambiente di lavoro in cui anche il più autonomo regista è circondato da una miriade di aiutanti, Kubrick ha un entourage molto ridotto. Non deve neppure fare troppo sforzo per scomparire sullo sfondo.

Uno che ha visto Kubrick camminare lungo le strade di Hollywood ha commentato che ha l'aspetto di chi ha stampato "Made in New York" sulla fronte. Un amico di Kubrick spiega: "Stanley non è asociale, è solo che non è interessato a fare un giro sui bei viali di Palm Springs, o a svuotare una piscina. Gli interessa solo una cosa. Fare film."

L'interesse di Kubrick per le immagini, fisse o in movimento, nacque durante la sua adolescenza, "spesa nei cinema locali", e si sviluppò quando era studente alla William Howard Taft High School. In questo periodo, le sue foto iniziarono ad essere esposte alle mostre fotografiche. A 17 anni, era un fotografo professionista a contratto con una rivista nazionale, ma a 21 decise che fare foto era "troppo passivo" così prese e andò a comprarsi una macchina da presa 35mm, chiese al commesso di mostrargli come si doveva caricare e realizzò due documentari per la R.K.O. - Day of the Fight e Flying Padre.

Questi furono seguiti nel 1953 da Fear and Desire, distribuito da Joseph Burstyn, e prodotto, scritto, diretto e rinnegato da Kubrick, che lo liquida con una semplice frase: "la sofferenza è una buona maestra".

Seguì Il Bacio dell'Assassino, distribuito dalla United Artists, poi Kubrick incontrò James Harris, che era suo coetaneo (avevano 23 anni), appena uscito dall'esercito e ex capo di una compagnia di produzioni e distribuzioni televisive. Con Harris come produttore, Kubrick si spostò a Hollywood e girò Rapina a Mano Armata con Sterling Hayden, un film raffinato e pieno di suspance.

Con Rapina a Mano Armata, Kubrick arrivò in seno al mondo del cinema, con lodi da parte dei critici e un debito di 120.000 dollari come biglietto da visita. Il film colpì in particolare tre persone: Kirk Douglas, che Kubrick in seguito avrebbe diretto in Orizzonti di Gloria; Gregory Peck, che interpreterà prossimamente un film della Harris-Kubrick ambientato durante la Guerra Civile e basato sulle avventure del comandante della cavalleria delle forze confederate John Singleton Mosby; e Marlon Brando.

Dopo aver visto Rapina a Mano Armata, Brando ammette che restò impressionato che Kubrick "fosse stato in grado di mantenere uno stile così personale avendo così poca esperienza. Era una storia gialla a incastro piuttosto tipica - con niente di originale nella trama - ma Stanley prese una serie di bizzarre e interessanti decisioni che rafforzarono e abbellirono quella storia ordinaria rendendola un film emozionante."

Kubrick ridimensiona il rafforzamento riconducendolo a due fattori di base: l'illuminazione naturale e l'attenzione ai dettagli. "Siamo tutti abituati a vedere le cose in un certo modo, con la luce che proviene da una determinata fonte", spiega Kubrick. "Ho cercato di riprodurre questa illuminazione naturale nel film. Contribuisce a crerare un senso di maggiore realismo."

Kubrick si preoccupa ferocemente dell'accuratezza dei piccoli dettagli che formano l'atmosfera dei suoi film perché crede che aiutino il pubblico a credere a quello che vede sullo schermo.

In Orizzonti di Gloria c'è una scena in cui il comandante delle truppe francesi Kirk Douglas arriva a supplicare il suo generale, interpretato da Adolphe Menjou, per la vita dei suoi uomini condannati a morte. Subito prima di questa scena, Kubrick ha violentato il pubblico con alcune delle più orribilmente realistiche scene di trincea dai tempi All'Ovest Niente di Nuovo.

Improvvisamente, il fango si trasforma in marmo bianco, esteso a perdita d'occhio, e Douglas si trova a confrontare Menjou, ben vestito e dal linguaggio forbito, al "quartier generale" - un salone d'oro e broccato che Kubrick ha riempito con sedie dalle gambe affusolate, candelieri di cristallo e cherubini di porcellana.

Il contrasto è chiaro. Anche se Douglas si impegna con le sue argomentazioni, resta sempre un piccolo soldato perso in un mare d'oro e diventa immediatamente evidente che l'avrà vinta Menjou - e Luigi XIV.

Probabilmente il più giovane tra i giovani registi emergenti di Hollywood, Kubrick e il suo partner Harris hanno altri progetti da realizzare dopo il film su Mosby. Hanno appena acquistato i diritti di Lolita, il romanzo di Vladimir Nabokov che esplora la relazione sentimentale tra un uomo di mezza età e una ragazzina di 12 anni. Il libro è stato censurato in Francia per un certo periodo e ha già iniziato ad essere un problema per le biblioteche pubbliche del Mid-West, ma Kubrick sostiene di voler trattare questo tema "insolito" in modo accettabile per i censori cinematografici.

In corso d'opera c'è anche un film basato sul romanzo The Last Parallel, scritto da Martin Russ e ambientato nella Guerra di Corea, e I Stole $16,000,000, adattamento della biografia di un ex-scassinatore, Herbert Emerson Wilson.

Quando questi film saranno completati, risulterà chiaro che la maggior parte dei lavori di Kubrick trattano delle sorti alterne di criminali o soldati, categorie che Kubrick dice di trovare affascinanti perché sono "condannate fin dal principio".

"La figura del criminale è sempre interessante da vedere sul grande schermo perché è un paradosso della personalità, una collezione di violenti contrasti", afferma Kubrick. "Il soldato è un personaggio magnetico perché tutte le circostanze in cui si muove sono cariche di grande intensità. Con tutto l'orrore che porta, la guerra è pura drammatizzazione, probabilmente perché è una delle poche situazioni rimaste in cui gli uomini devono lottare con fierezza per quello in cui credono. Il criminale e il soldato hanno per lo meno la virtù di essere pro o contro qualcosa in un mondo in cui la maggior parte delle persone ha accettato una grigia vacuità e rinuncia continuamente a prendere una posizione allo scopo di essere considerata normale o comune."

"E' difficile dire chi sia vittima della più grande cospirazione - il soldato, il criminale, o noi."

Film fan to film-maker, di Joanne Stang
The New York Times Magazine, 12 Dicembre 1958
Traduzione dall'inglese per ArchivioKubrick

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