E' oltraggioso, certo. Il Presidente degli Stati Uniti d'America si chiama Merkin Muffley. Il Premier russo è Dimitri Kissof e l'ambasciatore russo De Sadesky. Il comandante della base aerea Burpleson è il Generale Jack D. Ripper. C'è anche un Colonello "Bat" Guano. Ma oltraggioso, eccessivo e quasi folle è esattamente come Stanley Kubrick voleva che fosse Il Dottore Stranamore: Ovvero come Imparai a non Preoccuparmi e ad Amare la Bomba.
La storia è quella della fine del mondo. Ripper è un maniaco, un fanatico di destra preoccupato del complotto dei comunisti per fluorocontaminare l'acqua potabile così da debilitarci alterando la "purezza dei nostri fluidi corporei." Tutto questo dovrebbe suonare impossibile e stupido, e in effetti lo è, ma ha anche un aspetto sgradevolmente familiare. Ripper si assume in prima persona il compito di bombardare l'Unione Sovietica, un fatto che a malapena si riesce ad immaginare ma che Kubrick rende perfettamente plausibile.
Stranamore però è fin troppo plausibile, dall'inizio alla fine. Come dice Kubrick: "Il messaggio più importante del film sono le risate. Voglio dire, è vero! Le cose più realistiche sono quelle più divertenti."
In qualche strano modo il regista ha perfettamente ragione. E' esilarante guardare Peter Sellers nelle vesti del Presidente degli Stati Uniti parlare al telefono con Kissoff e intavolare una discussione su chi dei due sia più dispiaciuto per quello che è successo. Ed è da sbellicarsi dal ridere quando gli avieri SAC dell'aereo B-52 controllano i propri kit di sopravvivenza: soldi in rubli, dollari e oro, Benzadrina, sigarette, calze di nylon, cioccolata, chewing gum, profilattici, tranquillizzanti e così via. ("Ci si potrebbe passare una bella domenica a Las Vegas con tutta questa roba," osserva un po' afflitto il comandante dell'aereo.)
Oppure vediamo di nuovo Sellers nei panni questa volta dell'aiutante di Ripper, il Capitano Mandrake, il solo uomo al mondo che sa qual è il codice con cui richiamare i bombardieri. Deve assolutamente parlare con il Presidente. C'è una cabina telefonica. Ma la Casa Bianca non accetta telefonate a carico del destinatario da parte di un generale sconosciuto. Allora Mandrake dice a "Bat" Guano di sparare sul lucchetto di un distributore automatico di Coca-Cola e prendere i 55 centesimi, ma Guano, stupito e disgustato, dice: "Quella è proprietà privata!"
Giocattoli pericolosi: E' una leggera presa in giro, certo, ma suggerisce anche troppo chiaramente che al momento la società umana non è così ben organizzata da potersi permettere giocattoli tanto pericolosi come le bombe all'idrogeno.
Perfino la discussione sull'imminente guerra e sulla probabile fine del mondo è ridicola, proprio perché è così familiare. George C. Scott, nei panni del Generale "Buck" Turgidson, è favorevole a sferrare un attacco con il resto dell'aviazione per spazzare via i Rossi dalle carte geografiche. La loro forza di rappresaglia, dice, sarebbe talmente ridotta che a quel punto gli Stati Uniti soffrirebbero "solo perdite accettabili, dieci o venti milioni di morti," e aggiunge alzando le spalle "questione di fortuna." E' una follia. E' fantastico e osceno. L'idea dei 20 milioni di morti, e le parole che fanno di quell'idea una pura astrazione, sono semplicemente ridicole.
Che Stanley Kubrick abbia avuto i nervi saldi per dire una cosa del genere, e che l'abbia detto in forma di commedia, facendo diventare il tutto più penetrante e più limpido e allo stesso tempo rendendo il film migliore, è davvero bello. Con la sua satira amara e caustica, Kubrick si erge come un eloquente testimone non solo delle possibilità di un punto di vista intelligente all'interno di un film, ma anche della grande libertà che i registi hanno nonostante la maggior parte di loro non abbia avuto il coraggio di usarla. Il tuono di questo "No" che rimbomba dallo schermo è entusiasmante.
Inoltre è così divertente che ci si ribalta letteralmente dalle risate. Anche quando tocca il fondo, anche nell'orrido momento della verità, Kubrick tiene i nervi saldi e sgancia la bomba, con sopra Slim Pickens a cavalcioni verso la fine del mondo come un cowboy in sella a un cavallo selvaggio, che sventola con un gesto sfrenato il suo stupido cappello Stetson, e con un urlo di vera e propria esaltazione che si tramuta, impercettibilmente ma sicuramente, in un grido di puro terrore, senza il minimo cambio di timbro, di volume o di altezza. Quell'urlo corre sul filo di un rasoio, e taglia in profondità.
Come Kubrick c'è riuscito
Stanley Kubrick nei suoi film fa ogni cosa, tranne recitare. Trova la storia, dà forma alla sceneggiatura, sceglie tutti gli attori, supervisiona le luci e i costumi, si mette personalmente dietro la macchina da presa, dirige gli attori, monta il film, e infine sovrintende alla pubblicità. Per Stranamore, che è stato girato senza nessuna cooperazione di agenzie governative, Kubrick ha anche rappresentato l'unico consulente militare, facendo valere tutta la sua esperienza da soldato maturata guardando film di guerra al cinema Loew's di New York.
Naturalmente il film è stato realizzato senza alcun aiuto da parte del Pentagono. La cabina di pilotaggio del B-52, piena zeppa di strumentazioni, è stata ricostruita in base ad un'immagine presa da una rivista inglese. E' costata 100.000 dollari. Ogni ripresa del B-52 in volo, girata con un modellino di tre metri con mascherino mobile, è costata più di 6.000 dollari.
Un'attenzione così meticolosa per ogni dettaglio del film è la conseguenza naturale dell'approccio totale di Kubrick al tema prescelto. Non è che lui a un certo punto si è seduto e ha deciso di fare una commedia sulla fine del mondo. Piuttosto, nel corso di oltre sei anni, solo per il proprio diletto e inizialmente senza alcuna intenzione di ricavarne un film, ha divorato qualcosa come 70 libri sulla guerra nucleare, si è abbonato a Missiles and Rockets e al Bullettin of the Atomic Scientists, oltre a leggere migliaia di altre riviste ed opuscoli. Un giorno si è imbattuto in Two Hours to Doom (che negli Stati Uniti si chiama Red Alert) un romanzo di suspense su un generale dell'Aviazione che scatena un olocausto nucleare, e ha deciso che quello sarebbe stato il suo prossimo film.
Una volta preso l'impegno non si ferma più. "Kubrick ha un'energia fantastica," dice di lui lo scrittore Terry Southern, che per Stranamore ha collaborato alla brillante sceneggiatura. "Ha uno strano metabolismo; mentre io sono un tipo da Dexamil, lui è un tipo da Seconal."
Il libro era terribilmente serio ma il trentaquattrenne Kubrick ha visto che ogni volta che preparava una scena, questa veniva fuori comica. "Come diavolo avrebbe mai potuto il nostro Presidente dire al Premier russo di tirar giù gli aerei americani?" chiede, con un ampio gesto della mano. "Buon Dio, sembra davvero ridicolo."
Posti esauriti: Al momento attuale la principale preoccupazione di Kubrick è l'elemento fantastico, vista la sorta di "commedia da incubo" che è diventato Red Alert. "L'immagine reale non riesce ad essere all'altezza, non trascende," dice. "Ora sono interessato a prendere una storia, fantastica ed improbabile, e andare fino in fondo cercando di farla sembrare non solo reale, ma inevitabile."
Il Dr. Stranamore, prodotto con il finanziamento e le benedizione della Columbia Pictures, è costato un milione e mezzo di dollari e, come afferma Southern, "Se qualcuno avesse sottoposto questo copione, nudo e crudo, al giudizio di qualche major la reazione sarebbe stata 'Ma sta scherzando?'"
Kubrick adesso può decidere il tipo di film che vuole, ma come si fa a superare un'opera sulla distruzione totale? E' affascinato dallo spazio cosmico, che ritiene abitato, e sull'argomento sta leggendo di tutto e di più. Oppure, "Potrei sempre fare un film sulla sovrappopolazione," dice. "Si rende conto che nel 2020 non ci sarà più spazio sulla Terra per starci tutti quanti? E' di questo che si preoccupa chi è apprensivo in modo veramente sofisticato."
Direct Hit
Newsweek, 3 Febbraio 1964
Traduzione dall'inglese per ArchivioKubrick di Michele Pavan Deana
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