Eyes Wide Shut
Home > Opere > Corti e film > Eyes Wide Shut > Interviste: Nicole Kidman
Nicole Kidman
La protagonista di Eyes Wide Shut parla del suo lavoro sotto la direzione di Stanley Kubrick

Divenuta famosa come signora Cruise, col tempo ha acquistato la fiducia dei migliori registi e le lodi dei critici, superando spesso in bravura l'ex marito. Sembra che l'attrice sia stata una fra le ultime persone cercate da Kubrick prima della sua morte; il suo affetto verso il regista è evidente in tutte le interviste che ha rilasciato.

 
Tom Cruise [estratto]
di Massimo Rota

Tom e io non ci possiamo ancora credere: stiamo lavorando con Kubrick! Per quanto riguarda i tempi lunghissimi, eravamo consapevoli che sarebbe finita così. Non possiamo certo lamentarci ora, anche perché un giorno potremo dire ai nostri nipoti di aver lavorato con il regista di 2001: Odissea nello Spazio.

Max, 1996
Nicole Kidman
 
Kidman: io e Tom, travolti da un film [estratti]
 Giovanna Grassi

Questo film è stato importantissimo per Tom e me. E ci ha legati ancora di più, perché è una storia che scava nella relazione tra un uomo e una donna. Il nostro coinvolgimento è stato talmente grande che, alla fine, abbiamo speso una montagna di dollari per ringraziare Kubrick con una pagina sui giornali specializzati di cinema.

Il film stravolgerà la mia immagine, nella radiografia di una ossessione sessuale e di gelosia dove anche la biancheria intima ha un ruolo importante. L'altro ruolo femminile è interpretato da Jennifer Jason Leigh, che considero una delle migliori attrici giovani. Ma le mie preferite sono le colleghe francesi. Trovo bravissima Juliette Binoche.

A casa nostra [ride] si ascolta sempre musica: da Schubert, il mio prediletto al mattino e alla sera, alla grande cantante di colore Nina Simone, che mi ha ispirato con la sua voce per il mio ruolo appassionato in Eyes Wide Shut. Questo è un segreto che posso svelare perché, nell'intrigo di Kubrick, riguarda solo me.

Corriere della Sera, 31 Ottobre 1997
Nicole Kidman
 
Articolo
 

Certo in quel tempo io e Tom avremmo potuto fare tre film e guadagnare un sacco di soldi. Ma lui è Kubrick. Lavorare per lui è un onore, un privilegio. Sul set, Kubrick usava un linguaggio sportivo. Mi diceva cose tipo: "Dobbiamo fare un home run. Sei Mickey Mantle. Vai!" Allora gli ho risposto: "Puoi dirigere Tom così, non me."

Ciak, Febbraio 1999
Nicole Kidman
 
Nessun imbarazzo per le scene di nudo, ero sola con Stanley
La difficile lavorazione e il rapporto con il regista
di Silvia Bizio

Signora Kidman, con suo marito ha accettato di girare il film senza nemmeno leggere il copione, ma quale è stata la sua reazione alla prima lettura della sceneggiatura?
E' vero, abbiamo accettato a occhi chiusi, ci sono pochi registi al mondo a cui diresti di sì senza nemmeno chiedere che film vuole fare. Ma una volta presa in mano la sceneggiatura mi ha immediatamente conquistata, continuavo a leggere senza riuscire a smettere e una volta finita ne ho parlato con Tom. Ci siamo subito resi conto di essere entrambi molto nervosi, perché era un soggetto pericoloso e sapevamo benissimo che ci avrebbe costretti a a scendere nei lati più reconditi della nostra psiche esplorando fantasie e soggetti sessuali che ci saremmo portati dietro giorno e notte nella nostra vita di coppia. Stanley avrebbe voluto fare il film trent'anni fa, quando aveva letto il romanzo di Schnitzler, ma sua moglie Christiane gli aveva chiesto di lasciar perdere perché erano sposati da poco e aveva paura che il film avrebbe distrutto il loro matrimonio.

Voi non avete avuto questo timore?
Per me e Tom il film è arrivato in un altro momento del nostro rapporto, eravamo sposati da sette anni e ci siamo sentiti pronti a parlare di certe cose, come i desideri e l'attrazione che si possono provare per altre persone, e abbiamo deciso, d'accordo, di lasciarci andare e di immergerci completamente nel film e in tutto quello che avrebbe comportato. Ci siamo promessi che avremmo parlato, che avremmo sempre tenuti aperti i canali di comunicazione e così abbiamo fatto. E' stato quasi un sogno per noi lavorare in quel modo, da soli. Nell'anno e mezzo che abbiamo passato a fare il film ci sono stati dei momenti molto difficili, ma il nostro matrimonio ne è uscito rafforzato per via dell'onestà con cui l'abbiamo affrontato.

Come è stato essere diretta da Kubrick?
Innanzitutto ha voluto che io usassi sempre il mio guardaroba, ha letteralmente scelto i vestiti che indosso nel film dal mio armadio. Ma a parte quello, non era particolarmente attento a me. Mi guardava fare le mie scene e poi mi diceva cosa gli piaceva o non gli piaceva. Mi dava la possibilità di muovermi seguendo i miei istinti. Per esempio nella scena di apertura del film, quella in cui io faccio cadere a terra il vestito nero e rimango nuda: ero sola in camera con lui che, dietro la macchina da presa mi riprendeva, mentre io giravo per la stanza, lasciavo cadere il vestito e mi allontanavo. Lo stesso nella scena in cui mi sfilo il reggiseno, eravamo solo io e lui.

Non ha avuto imbarazzi a girare scene in cui è completamente nuda?
No, ed è importante che io sia molto chiara su questo. Ci sono volte in cui un attore deve capire che le inibizioni sono molto meno importanti della volontà del regista. Dire a Stanley no, non voglio spogliarmi, avrebbe distrutto la sua fantasia e io non avevo nessuna intenzione di farlo. Non mi ha mai sfruttata, tutto quello che ho fatto l'ho fatto perché era importante per il film. Questo è un film che affronta il sesso, il desiderio, l'ossessione sessuale e la gelosia. Le scene dei flashback in cui mio marito mi immagina a letto con un altro dovevano essere per forza esplicite perché è così che funziona l'immaginazione, non potevano essere un'idea. Io credo davvero nel talento di Stanley e volevo che potesse esplorare la sua immaginazione senza essere costretto a lottare con un'attrice timida. Lo rifarei in altri film? Assolutamente no.

Le scene di sesso con un altro uomo sono state particolarmente difficili?
Sì, lo confesso. Nei tre giorni in cui abbiamo girato tante altre scene che non sono nel film ho fatto cose che credo non farei per nessun regista. Ma quelle scene sono l'oggetto delle fantasie sessuali del mio personaggio e per il modo in cui Bill le immagina sono erotiche, devono esserlo. Stanley voleva che quelle scene avessero un carattere quasi pornografico, oscuro, per questo le ha girate in bianco e nero.

Proprio in questi giorni il tribunale di Los Angeles ha deciso di appoggiare la vostra causa contro il tabloid Star per aver scritto che avevate assunto un sessuologo durante le riprese. Come mai avete deciso di reagire?
Abbiamo due bambini piccoli nell'età in cui cominciano ad andare a scuola e tornano a casa con la testa piena di storie e di bugie. Si sono inventati tante di quelle storie false su questo film in cui abbiamo dedicato due anni della nostra vita. Stanley non è più con noi e non può difendersi, siamo rimasti noi a difenderlo, e per questo abbiamo deciso di non stare zitti.

La Repubblica, 14 Luglio 1999
Nicole Kidman
 
Il trionfo della Kidman
Per la bella protagonista già di parla di Oscar dopo l'anteprima del discusso Eyes Wide Shut
di Lorenzo Soria

Per sette anni è stata semplicemente la signora Cruise. La bella moglie australiana del più popolare attore emerso da Hollywood negli ultimi vent'anni. Ma poi è arrivato Da Morire, per la regia di Gus Van Sant, seguito da Ritratto di Signora di Jane Campion. E Nicole Kidman ha acquisito una sua identità professionale, indipendente da quella del famoso marito. Portando The Blue Room prima a Londra e poi a Broadway, si è anche conquistata un suo spazio come diva sexy. E adesso che i critici e il pubblico si apprestano a vederla in Eyes Wide Shut, un viaggio nelle tenebre della gelosia sessuale, Kidman si ritroverà costretta ad affrontare un altro tipo di gelosia: quella professionale. Mentre le prime critiche nei confronti di Cruise sono piuttosto blande, per la Kidman c'è solo entusiasmo e voci un po' premature di nominations. Sentiamola.

Che cosa ha imparato? Che cosa le resta di questa esperienza?
Non so se questo film ha davvero cambiato il mio punto di vista su alcune questioni. Con Tom abbiamo accettato perché quando uno come Kubrick ti chiede di fare un film con lui, corri. Sapevo che questa sarebbe stata un'avventura pericolosa, ma non mi aspettavo che mi sarei totalmente persa in questo mondo, che girare questo film sarebbe stato come un sogno. E' stata una grande esperienza, un viaggio di esplorazione che ha finito per unire Tom e me molto di più.

In che senso?
E' stata un'esperienza molto intensa, mi è difficile parlarne perché queste sono questioni così personali. E poi, senza Stanley non più attorno a noi... Mi viene, oddio lo sapevo che non sarei riuscita a trattenermi [la Kidman scoppia in lacrime].

Nel film la vediamo nuda.
Per ogni attore c'è un momento in cui le proprie inibizioni personali sono meno importanti della visione del regista. Avrei fatto alcune di quelle scene per un altro regista? Probabilmente no, ma in questo caso non mi sono mai sentita usata.

Una coppia famosa che lo fa sullo schermo. Non teme il voyeurismo?
Forse questo è un elemento che attrarrà gli spettatori, ma non posso immaginare nessun altro attore con il quale avrei potuto fare un film così intimo.

Gelosia?
Se una persona ti sta a cuore, diventi gelosa, è inevitabile. E con Tom, diciamo, abbiamo avuto i nostri momenti. Il vero problema non è la gelosia, è come reagisci, quanto ti fai consumare da questo sentimento.

Torniamo a Kubrick, se la sente di parlare ancora di lui? Del suo cosiddetto perfezionismo, per esempio...
La verità è che per Stanley il tempo era molto importante. E' stato sempre molto paziente, ha sempre lavorato senza fretta. In questo modo ha permesso che molte scene evolvessero da sole, che diventassero momenti di esplorazione. Ha anche sempre lasciato molto spazio a noi attori per esplorare nuove idee.

Quali sono i film di Kubrick che più le piacciono?
Il Dottor Stanamore, anche Orizzonti di Gloria. Ma è difficile fare questi giochi, pochi registi hanno saputo fare dei film così diversi e così unici.

Che cosa l'aspetta adesso?
Più passano gli anni e più diventi selettiva. Farò un film sul Moulin Rouge di fine secolo, ballerò e canterò. Voglio anche fare altro teatro, mi piacerebbe fare Ibsen e Cechov.

Assieme a Tom Cruise continuate a fare causa ai tabloid scandalistici...
Scrivono cose ridicole e assurde da anni e abbiamo sempre lasciato perdere. Ma abbiamo due figli e abbiamo deciso: adesso basta. Se chiudi un occhio, dopo tre mesi le bugie diventano fatti.

La Stampa, 14 Luglio 1999
Nicole Kidman
 
Intervista a Nicole Kidman
di Anna Praderio

E' interessante osservare come reagisce il pubblico maschile di fronte al film e a questa mia confessione: rivelare al proprio marito di aver desiderato disperatamente un altro uomo, solo con la fantasia, è spiazzante e faticoso da accettare. Stanley mi manca, io e mio marito abbiamo messo in gioco tutti noi stessi per seguirlo, conquistati dalla sua devozione per il cinema.

TG5, 15 Luglio 1999
Nicole Kidman
 
Intervista a Nicole Kidman
di Anna Praderio

Come affronta nella vita la gelosia, uno dei temi del film?
Sono stata molto gelosa in passato per insicurezza, ma quando ti crei una famiglia, con dei figli, acquisti più sicurezza nel rapporto. Però un po' di gelosia da parte del tuo compagno la pretendi sempre, altrimenti credi che lui non ti ami più.

TG5, 3 Settembre 1999
Nicole Kidman
 
Intervista di MTV
 

Se il film avesse un odore, che tipo di odore emanerebbe secondo te?
Wow! Nessuno mi ha mai fatto una domanda del genere! Beh, il film parla del matrimonio e della casa, quindi emanerebbe i profumi della casa e della cucina. Questi si mischierebbero ad un aroma più amaro e aspro, e poi si sentirebbe anche un po' di muschio.

Cosa ti ha fatto fare Kubrick che nessun altro era riuscito a farti fare?
Farmi fare l'amore con mio marito davanti a tutto il mondo! [ride] Molte cose... non ero mai apparsa completamente nuda come in questo film e non credo che lo rifarei per nessun altro regista.

Secondo te qual è il più grande trionfo del film?
Che Stanley abbia realizzato il film che voleva fare, si è preso tutto il tempo necessario, non si è sottomesso ad una data precisa. Aveva delle idee in mente che voleva trasformare in immagini e l'ha fatto; è per questo che è ammirato da tutti i registi che conosco, perché non è mai sceso a compromessi. E' stato uno degli ultimi grandi autori.

MTV Movie Special, 16 Settembre 1999
Traduzione dall'inglese per ArchivioKubrick
Nicole Kidman
 
Nicole o Julia [estratti]
di John Powers

Non so bene se era un complimento oppure no, ma Stanley mi chiamava "il purosangue". [...]

[Riguardo alle scene di sesso]
Nella stanza c'eravamo soltanto lui e noi due. Questo vuol dire che avevi tutta la la libertà di eccitarti, o comunque di provare quello che ti andava di provare. Credo che fosse esattamente quello che Stanley voleva... E' stata un'esperienza intensissima. Nessuno al mondo ci conosceva bene quanto Stanley, nessuno era entrato a fondo nella nostra relazione più di lui. E' triste che non ci sia più.

[riguardo al trailer con la scena dello specchio e agli inevitabili brividi voyeuristici]
Stanley lo definiva un teaser, qualcosa per stuzzicare la curiosità. Aveva ragione. Però è stata dura star là fuori tutti nudi. Spero soltanto che la gente non si fermi a quello e giudichi il film per quello che è. Maledettamente buono. [...]

Sono stata nervosissima all'idea di lavorare per lui, ma la fama di orco non è giustificata: solo per una scena ha richieduto più di settanta ciak, di solito due o tre bastavano. Sul set era paterno e non arrogante: Connor, nostro figlio di tre anni, gli sedeva sulle ginocchia. Era un consigliere e una mano che mi guidava, un amico e un padre. Ci sentivamo quattro o cinque volte la settimana. Lui mi prendeva in giro perchè al telefono lo chiamavo Stanley. "Sai - mi diceva - c'è soltanto una persona che tira su il telefono e mi chiama così..."

GQ, Ottobre 1999
Nicole Kidman
 
Ricordando Stanley Kubrick: Kidman e Kubrick [estratti]
di Paul Joyce

Remembering Stanley KubrickNicole sei stata contattata tramite Sydney Pollack e Tom riguardo all’offerta di Stanley di fare Eyes Wide Shut?
No, veramente spedì il copione. Stava comunicando via fax con Tom senza che io ne fossi al corrente. Sapevo che Kubrick gli stava parlando, cose così, ma non si mandavano fax da più di un anno. Stavo girando Ritratto di Signora, avevo quasi finito per cui ero a Londra. L'assistente di Stanley mi chiamò dicendo: "Stanley vuole mandarle un copione. Dove lo mandiamo? C'è anche una lettera." Ero sbalordita. Dissero: "Si faccia trovare a casa a quell'ora per riceverlo." E io dissi "Ok." Mi spedì questa lettera che ho conservato e subito archiviato, che diceva: "Vorrei che tu fossi Alice Harford. Saresti perfetta per quel ruolo. Leggilo da seduta. Devi essere rilassata, non distratta. Chiamami e fammi sapere cosa ne pensi." In poche parole è andata così.

A quel punto Tom l'aveva letto? E' arrivato a te invece che a Tom?
No, è arrivato anche a lui. Ne aveva una copia anche lui, e poi ho saputo dal mio agente che Stanley stava chiamando da circa nove mesi, per vedere cassette del mio lavoro e aveva visto delle cose e ovviamente, non essendo un'offerta di lavoro, il mio agente non me l'aveva detto, sembrava solo interessato, penso, ed è così che lui... La cosa si è sviluppata così.

Hai fatto il viaggio fino a Saint Albans per conoscerlo? Quale è stata la tua prima impressione quando lo hai conosciuto?
Sì. Mi ricordo di aver pensato: "Beh, è un po' trasandato." [ride] Indossava una giacca e aveva gli occhi più straordinari che avessi mai visto. Credo che sia il modo migliore... Sua figlia ha gli stessi occhi, ma sono gli occhi infossati, ti guardano e hanno un'aria birichina, allo stesso tempo danno la sensazione di aver vissuto.

Hai avuto l'impressione che vedesse delle cose in te che altra gente non aveva visto?
No, avevo il terrore che mi avrebbe licenziata, credevo che mi avrebbe guardata e avrebbe detto: "Cosa mi è passato per la testa? Lei non è adatta per questo ruolo, dobbiamo salutarci qui." Ho avuta quella paura per il primo mese dopo averlo conosciuto perché ero molto nervosa vicino a lui, in parte perché lui mi intimidiva molto e poi anche perché nel film ho due lunghi monologhi, due monologhi importanti che credevo sarebbero stati molto, molto difficili, pensavo che se mi avesse visto recitarli non mi avrebbe più voluta. [ride] Ecco la mia insicurezza come attrice. Ma col passare del tempo mi dava sempre più sicurezza, mi ha dato moltissima sicurezza come attrice e piena libertà nel recitare. Diceva: "L'hai fatto un paio di volte. Adesso fallo come vuoi tu." Avevo sentito delle storie su di lui che dicevano che era un tipo autoritario, certe volte era autoritario, altre volte era... soprattutto con i monologhi mi permetteva di perdermi nel personaggio di Alice. Ed è successo. Durante quel periodo di un anno e mezzo sono diventata quella donna.

Sei diventata lei?
In un certo senso. Lo so che sembra assurdo perché io sono io, ma da attrice, ti crei... c'è la realtà e c'è la finzione, e tendi a confondere le due cose e succede, quando lavori con un regista che ti permette di farlo. E' una cosa molto eccitante quando accade, è anche una cosa molto pericolosa e credo che quando ciò accade il lavoro diventa molto più che fare semplicemente un film.

Deve essere un'esperienza incredibile. Probabilmente non farai nessun altro film sotto le stesse circostanze. E' ancora fresco nella tua mente, ci vorrà qualche anno per ricordare come è stato, quello che vorrei sentirti dire... Non mi interessano le storie sulle riprese fatte 50 volte. Capisco perché faceva le riprese 50 volte...
E a volte non le faceva. Era molto imprevedibile, era sempre imprevedibile.

Quello che vorrei sapere da te è ciò che provavi come persona e come attrice quando ti portava oltre un certo numero di tentativi in una scena particolare.
Credo che si attraversino diversi tipi di stato d'animo. Stanley aspettava sempre che succedesse qualcosa, non gli interessava la recitazione "naturalistica" quanto qualcosa che, per un motivo o un altro, lo sorprendesse o lo interessasse. A quel punto diceva: "Adesso sì che abbiamo qualcosa." Era sempre interessato ad esplorare le cose, non c'era giusto o sbagliato per quanto riguardava una ripresa o un'interpretazione. Non diceva: "Questo è il modo giusto e questo è il modo sbagliato di farlo." Si trattava di esplorare tutti i lati, così poi poteva mostrare il tutto in sala di montaggio. Questo è come l'ho percepito io, quindi, come attrice, finché eri rilassata in quella situazione e dicevi: "Ok mi lascio andare", allora era un'esperienza meravigliosa perché non te ne andavi mai dal set pensando: "Oh, non ci sono riuscita, solo se avessi potuto rifarlo, avremmo scoperto qualcosa." Doveva assicurarsi di aver scoperto tutto nel materiale.

Sei mai rimasta sorpresa di te stessa nel fare cosa mai fatte prima?
Quando si fanno molte riprese di una scena e anche stando così vicina a lui e a Tom succedeva continuamente, ma ero molto rilassata, così molte volte, quando si girava, non me ne accorgevo neanche... la consapevolezza di tutto il resto, come la gente intorno, i microfoni e le cineprese... ero arrivata a tal punto da non accorgermene nemmeno, non ci pensavo neanche, il che era una situazione difficile da ottenere, farlo in un film, per poco tempo, richiede concentrazione. Molte volte non ci arrivi perché non sei rilassata. Senti che avresti voluto provare qualcos'altro, mentre con Stanley arrivi al livello in cui non ti accorgi più di niente, anche perché sei stanca... [ride] che, anzi, è una cosa positiva quando reciti, perché vuol dire che non stai cercando di produrre sentimenti o di pensare "Devo farlo così" succede e basta, ti viene fuori spontaneamente. E' molto difficile da spiegare, è una cosa che capiscono solo poche persone che hanno lavorato con Stanley, è quasi come un circolo, sono montatori, scenografi, direttori alla fotografia e chiunque abbia lavorato con lui e abbia sentito quella sua intensa passione nel fare film, loro sono gli unici che capiscono. E gli attori.

Ho qualche domanda su alcune scene. Non abbiamo molto tempo. La scena dove le cose vanno storte tra te e tuo marito nel film, dopo che avete fumato dell’erba.
Christiane mi aveva parlato molto di questo: secondo lei parlare senza scrupoli mette in pericolo il matrimonio. L'erba ti ha preso nel modo sbagliato, ti poteva prendere in un modo ma ti ha preso in un altro. Per me quello che è così onesto è che Bill pensa: "Okay, adesso facciamo sesso", si sta sistemando per la serata e dice una cosa che guarda caso è la cosa sbagliata e fa scattare una serie di reazioni in me, il che è molto realistico, voglio dire, succede a tutti nelle nostre relazioni o nei nostri matrimoni, in diverse occasioni... e vedi Bill barcollare un attimo, per me è una scena divertente, adoro l'umorismo di Stanley, credo che venga fuori in quella scena... e poi lei lo porta verso quel territorio pericoloso dove comincio a sputare fuori delle cose, e a dire delle cosa che avevo trattenuto per un sacco di tempo che per caso mi escono quella sera in particolare, ciò mi affascina ed è così vero!

Credi che il tuo personaggio avesse la consapevolezza che stava mettendo tutto in pericolo?
No, assolutamente, no, ma credo che inconsciamente volesse qualcosa di più da suo marito, lo ama, lo ama ancora, vuole stare con lui, ma sta cercando qualcosa in più. Discutemmo molto di questa scena Stanley ed io, mi diceva: "Nicole, dovresti fare l'avvocato" perché mettevo in discussione ogni aspetto della scena e ogni aspetto dei comportamenti di Alice; a volte trovavo dei difetti nel suo ragionamento e dicevo: "Aspetta un momento, dobbiamo aggiustarlo" perché volevo aver ragione. Lui diceva: "Qui il fattore chiave è che sei fumata, non c'è un fondamento logico, non è neanche un ragionamento logico, non sei in un'aula di tribunale dove devi avere tutto perfetto, quando la gente litiga dice cosa ridicole, altre volte vengono dette cose molto profonde, a volte la loro discussione fila benissimo ed altre volte si perdono e sembrano ridicoli." Adoro il fatto che la discussione a volte non ha nessuna logica ed è per questo che la rende anche divertente. Il mio momento preferito è quando mi metto a ridere, mi è piaciuto farlo, quando mi piego in due dalle risate e poi finisco per raccontare tutta una storia su quest'uomo sul quale fantasticavo.

Ho una domanda su due momenti della tua interpretazione, uno è quando dormi e l'altro è quando ridi. Sono entrambi dei momenti straordinari: vorrei che ci aiutassi a capire come hai fatto, a parte il tuo talento naturale, a riuscirci con l'aiuto di Stanley. Quella risata, quando dormi, sembra una risata di un piacere totalmente genuino che viene però interrotta e diventa un incubo: come vi eravate messi d'accordo? Di cosa dovevi ridere in quel momento?
Di molte cose, a Stanley non piaceva che tu parlassi di quelle cose, era l'immaginario del sogno, era perdersi completamente nell'immaginario del sogno. Sapeva esattamente che tipo di risata voleva, mi ricordo che abbiamo fatto diverse riprese all'inizio, si fermava subito se sentiva che non era il suono esatto che voleva.

Era una risata incontrollabile ma controllata.
E' una risata strana, lo so, la trovo strana quando la vedo e finora ho visto il film solo due volte, e la trovo abbastanza inquietante... anche il resto del film... è difficile per me guardarlo.

Dopo che Tom dice "Ti racconterò tutto", si passa e te, hai pianto per ore, stai fumando, come hai ottenuto quell'effetto?
Ho pianto per ore.

Non ho mai visto una trasformazione simile e tu l'hai mantenuta.
Il fattore principale era che avevamo tutto il tempo a disposizione, quindi per prepararmi sono andata a piangere e parlavo con Stanley, mi guardo la faccia e penso: "Oh, mio Dio! Sembro devastata" però mi piace sembrare devastata, perché molte volte vai di fretta e non puoi... "Non c'é tempo, forza sbrigati"... mi ha dato tutto il tempo.

Mi dispiace interromperti, abbiamo tempi molto ristretti. Mi piacerebbe molto parlare con te per mezz'ora. Qual è stata la tua prima reazione quando hai sentito che era morto?
Ero sotto shock e non ci credevo non ci volevo credere, perché non sembrava giusto, sembrava il momento sbagliato, sembrava di avere troppe altre cosa da dire e da fare ed é ancora molto... [piange] Chiedo scusa.

Hai passato molto tempo con lui, mi dispiace farti sentire così.
No, non fa niente.

Hai passato molto tempo con lui deliberatamente vero? Vuoi un fazzoletto?
Va bene così.

Hai imparato molto, penso che sia diventato una figura paterna per te, professionalmente parlando e forse in un certo senso, anche personalmente, cosa hai imparato da lui? Cosa ci puoi tramandare? Quel periodo che avete passato insieme adesso ti sembrerà molto prezioso, cosa ha significato per te?
Credo che abbia cambiato il modo in cui vedo i film. Mi ha dato fiducia nella purezza di creare un film, nella forma d'arte del film, e non importa quanto ci vuole e tutto quello che devi passare, stai facendo un film ed è straordinario e meraviglioso, moltissime volte, penso, la gente guarda i film pensando al lato economico "Dobbiamo fare uscire questo prodotto entro l’estate", "Dobbiamo fare il film" e "Deve essere così e cosà", e fare un film non è quello, si tratta di perdersi in quel mondo, ed è magnifico quando succede.

Quindi, quello che stai dicendo è ciò che io ho sempre creduto, cioè che i film sono arte al massimo livello.
Sì, e molte volte, oggigiorno si può mettere in dubbio, puoi essere corrotto soprattutto come attore, e come regista. Stanley Kubrick ha dedicato la sua vita a fare film, credeva in quella forma d'arte in modo veramente puro e viveva i film, amava i film. Possiamo dire: "E' pretenzioso" oppure: "Ci sono cose più importanti nel mondo", e sì, ci sono, ma i grandi narratori del passato e del presente sono così importanti per il nostro futuro. Io penso che Stanley mi abbia ridato fiducia in questo, è uno dei più grandi narratori di tutti i tempi. Ha usato i film come mezzo per farlo, ed è bellissimo.

Remembering Stanley Kubrick, di Paul Joyce
Four Seasons Hotel, Hollywood, California, 12 Luglio 1999, 15:02
Traduzione dall'inglese come nel DVD di Eyes Wide Shut
L'intervista integrale è stata trasmessa su Channel4 nel settembre 1999
Nicole Kidman
Argomenti correlati
. Interviste a Tom Cruise e Nicole Kidman: ulteriori commenti dell'attore nelle interviste rilasciate in coppia con la ex moglie.
. Interviste a Tom Cruise: l'esperienza dell'attore sul set dell'ultimo film di Stanley Kubrick.
. Ricordando Stanley Kubrick: l'intervista di Paul Joyce a Steven Spielberg contenuta nel DVD di Eyes Wide Shut.
 
Caleidoscopio
Home > Opere > Corti e film > Eyes Wide Shut > Interviste: Nicole Kidman