Eyes Wide Shut
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Tom Cruise e Nicole Kidman
I due protagonisti del film discutono in coppia il lavoro con Kubrick prima della separazione

Cruise e Kidman Tom e Nicole hanno rilasciato anche delle dichiarazioni in coppia, prima del loro divorzio. La prima volta che hanno rilasciato dichiarazioni separate è stato per il documentario Stanley Kubrick: a Life in Pictures di Jan Harlan.

E c'è anche chi sostiene che la separazione tra Tom Cruise e Nicole Kidman sia il frutto di un malessere di coppia nato e cresciuto proprio durante i lunghi e difficili giorni delle riprese di Eyes Wide Shut. Un'idea che fa sorridere Christiane, mentre Harlan precisa: "Con tutto il rispetto per il vostro mestiere, devo dire che certe volte voi giornalisti scrivete un sacco di sciocchezze. Tom e Nicole sono persone troppo intelligenti per decidere di separarsi a causa di un film; non credo assolutamente che l'esperienza di Eyes Wide Shut abbia influito sulle loro scelte."

La Stampa, 2 Marzo 2001

 
Kidman e Cruise: "Non abbiamo tradito Kubrick" [estratti]
Giovanna Grassi, Valerio Cappelli

Non c'è alcunché nel film che Kubrick non avrebbe approvato.

Voleva una coppia davvero sposata nella vita per esplorare un terreno pericoloso e privato. Ci siamo dati completamente a lui.

NICOLE: Ognuno può interpretare il film in modo personale. Io l'ho vissuto come l'esplorazione dell'ambiguità delle relazioni tra gli esseri umani. Stanley amava l'ambiguità e il film lo riflette."

Nessun imbarazzo, a esempio, per la scena in cui, nel bagno, la sua Alice è seduta sulla tazza o si annusa le ascelle?
Ma c'è la nostra bambina Helena che si sta lavando i denti di fronte a me in quella scena di vita quotidiana. Piuttosto, sapere che Stanley aveva scelto come trailer il momento in cui nuda mi rifletto nello specchio mi ha agitato.

In quanto alle sequenze immaginate dal medico dell'amplesso della moglie Alice con il marinaio, a Cruise ricordano il bacio tra Deborah Kerr e Burt Lancaster in Da qui all'eternità e le trova "appassionate" mentre l'orgia "è il momento significativo in cui il mio personaggio si addentra in un terreno a lui estraneo". Precisa: "Stanley disse che con qualche accorgimento avrebbe avuto il visto R com'era suo diritto, ed evitato il NC-17 [vietato ai minori di 17 anni]."

NICOLE: Stanley ha investito denaro personale in Eyes Wide Shut.

TOM: Il film è un'opera complessa per il mercato Usa, che sembra avere un rigetto anche per i film d'azione.

L'America andrà a vedere il popolare attore in un ruolo inconsueto?
Il film resterà un'esperienza fondamentale della mia vita e ne sono orgoglioso. Il terreno era pericoloso, obbligava me e Nicole ad affrontare intimità delicate di una coppia, ma ne siamo usciti più uniti.

Corriere della Sera, 13 Luglio 1999
Cruise e Kidman
 
Ho rischiato di perdere Nicole facendo l'amore con lei sul set [estratti]
di Luca Dini

TOM: Nicole ed io ne siamo usciti cambiati. Siamo cresciuti insieme, il nostro rapporto si è rinsaldato. Ma non avremmo potuto girare questo film all'inizio della nostra relazione, quando non avevamo ancora il livello di dialogo necessario per affrontare insieme certi problemi della vita di coppia. Il film insegna che ognuno di noi è buono e cattivo, ognuno ha un desiderio nascosto di trasgressione e perversione. Chi lo nega, finge di essere immune, rischia come William di perdersi. Secondo me, la monogamia è l'unica strada per far sopravvivere un rapporto. Ma non è uno stato naturale, altrimenti perché mai tante persone sposate cercherebbero una relazione extraconuigale? La monogamia è una scelta che io e Nicole abbiamo fatto. Però bisogna avere il coraggio di ammettere le attrazioni e i desideri.

NICOLE: La felicità viene e va, non è una costante. Siamo due persone normali che si sforzano di far funzionare il loro rapporto.

TOM: Io so cosa significa l'ossessione della gelosia, l'ho provata per Nicole. Evocare sul set emozioni tanto viscerali può essere devastante. Il personaggio di William ha un vulcano silenzioso che gli esplode dentro. Non ho potuto fare a meno di vivere personalmente quel vulcano, ecco perché mi è venuta l'ulcera.

NICOLE [riguardo alle scene girate in bianco e nero in cui William si immagina il tradimento di Alice]: E' stato molto difficile interpretare quelle scene, ho dovuto bere un po' di champagne e convincermi che ero Alice, che stavo solo vivendo una fantasia di mio marito. Tom però non era presente sul set, non ce lo avrei mai voluto. [riguardo alle indicazioni di Kubrick sul rendere più personale l'abitazione dei due coniugi] Gli abiti di Alice sono miei, vengono dal mio guardaroba. Ho portato i miei cosmetici per riprodurre il caos del nostro bagno. E il piattino di monetine sul comodino di William è una vecchia abitudine di Tom. Stanley, Tom e io abbiamo praticamente vissuto insieme per quasi tre anni, tra la preparazione del film e le riprese vere e proprie. Mangiavamo insieme, parlavamo di tutto. Neppure mia madre e mio padre mi conoscono bene come mi ha conosciuto Kubrick. Quando dovevamo spogliarci, sul set c'era solo lui, che azionava la macchina da presa. Per Stanley ho fatto cose che non farei mai per un regista qualunque. Le ho fatte perché lui era un genio e perché nessuna di quelle scene era gratuita. Tutte erano necessarie all'economia del film.

TOM: Sono fiero di essere stato parte del suo lavoro. Invecchiando io e Nicole potremo dire: "Ti ricordi, il secolo scorso, quando abbiamo girato quel film con Kubrick?"

NICOLE: Sono contenta, ma non posso fare a meno di provare un certo distacco. Tutto questo lo dovevamo vivere con Stanley. Senza di lui non è lo stesso.

Oggi, 28 Luglio 1999
Cruise e Kidman
 
Sul set con un genio
di Armando Gallo

Parlano i protagonisti di Eyes Wide Shut

Tom Cruise e Nicole Kidman. La coppia più chiacchierata del momento: merito di Eyes Wide Shut e del suo artefice, il regista Stanley Kubrick, scomparso il 7 marzo scorso mentre stava rifinendo la sua ultima creatura. Belli e sorridenti, appena tornati a Los Angeles con il loro aereo privato dall'australia (dove Cruise sta girando Mission: Impossibile 2), i due attori parlano di quella che definiscono "una meravigliosa avventura".

Sono passati tre anni da quando Stanley Kubrick vi ha chiamati. Come è stato il primo approccio?
TOM: Stanley mi ha mandato un fax chiedendomi di telefonargli. Ho avuto un totale blackout e ho guardato il fax per mezz'ora. Mi sono rivisto a sette anni quando vidi con mio padre 2001: Odissea nello Spazio. Era un grande film e passai la settimana successiva a domandarmi perché ero qui e cosa avrei fatto da grande. E ora Kubrick, l'uomo che a sette anni mi aveva spinto a pormi delle domande, voleva parlarmi...

E la prima conversazione?
TOM: E' stata breve. Mi ha chiesto se ero interessato a fare un film con lui. Gli ho detto di sì e lui mi ha risposto che si sarebbe fatto vivo. Qualche mese dopo mi ha telefonato chiedendomi se anche Nicole era interessata.
NICOLE: Ci ha invitati nella sua casa in Inghilterra per conoscerci. Siamo andati a cena. Eravamo molto nervosi e ci siamo tenuti stretti per mano per tutto il tempo. Alla fine della serata ci ha detto "Allora iniziamo a girare." Siamo usciti con i piedi che non toccavano per terra.

Il film mostra una coppia con una bambina. E' quindi simile a voi, ma il copione affronta fantasie sessuali, il desiderio e la gelosia. Quali erano le vostre paure?
TOM: Abbiamo scelto di fare questo film perché Stanley Kubrick ce lo ha chiesto. Quando abbiamo letto la sceneggiatura ci siamo resi conto che il soggetto era "pericoloso"... Paura? Certo, ma anche Stanley aveva paura di realizzarlo da quando, tanti anni prima, aveva letto il romanzo.
NICOLE: A quell'epoca, alla fine degli anni '60, sua moglie Christiane lo supplicò di lasciar perdere. Per noi, al contrario, è arrivato nel momento giusto. Quando Stanley ci ha chiamati eravamo sposati da sette anni ed eravamo pronti ad affrontare temi delicati.
TOM: Questa è stata una meravigliosa avventura e il nostro matrimonio si è rafforzato. Stanley è stato grandioso con noi. Non ci ha mai spinto a fare cose che non volevamo. Spesso smetteva di girare e si parlava per ore. Non era un regista comune ma un autore. Capitava di ripetere una scena 50 volte, ma non era mai la stessa scena, era un'evoluzione della scena iniziale, con Stanley che suggeriva continui cambiamenti. Ho imparato cose che mi porterò dietro per sempre.

Non avete pensato a quanto rischiavate? Tu, Nicole, appari nuda...
NICOLE: Certo, il contenuto del film era un grande rischio per noi. Ne valeva la pena? Artisticamente sì, un milione di volte sì. Economicamente? No. Abbiamo rinunciato a vantaggiose offerte, ma si trattava di lavorare con un maestro. Per quanto mi riguarda non ci ho pensato due volte ad apparire nuda per Kubrick. Non sono una a cui piace spogliarsi ma queste scene erano totalmente necessarie per la storia. Kubrick non mi ha mai forzato e parliamo di un genio. D'altra parte non puoi andare da Picasso e dirgli "Dipingimi pure, ma con mutandine e reggiseno".

Tom, com'è il tuo personaggio?
TOM: Bill, per un attore, è un personaggio frustrante da interpretare. Inoltre è diverso da me: io sono espansivo mentre Bill si tiene tutto dentro.

Inutile negare che parte del fascino del film consiste nel vedere la coppia più famosa di Hollywood in situazioni molto intime...
TOM: Capisco la domanda perché me la sono fatta quando ho visto il trailer con la scena allo specchio. Un conto era girare in una stanza solo con Stanley, un altro era vedersi sullo schermo. Ho fatto vedere il film a mia madre in Australia: era molto scossa ma ha trovato il film commovente e alla fine mi ha abbracciato, felice per me e per Nicole.

E tu, Nicole, come descrivi il tuo personaggio?
NICOLE: E' una donna aperta e curiosa che cerca di capire un momento difficile nel proprio matrimonio. Il film darà fastidio a molti perché richiede una forte dose di onestà e merita di essere visto una seconda volta per apprezzare il lavoro di Stanley. Non ho mai fatto un film che avessi voglia di rivedere, ma questo sì.

Qual è il segreto del vostro matrimonio? Siete sposati da 10 anni... per Hollywood è quasi un record...
NICOLE: Sono innamorata del nostro matrimonio. Ci piace essere sposati.
TOM: Lei adora le mie mani [ridono entrambi]. Siamo lontani al massimo due settimane. Questo è il nostro accordo. Se sono in Australia e lei è a Londra devo salire su un aereo e volarle incontro.

Siete gelosi?
NICOLE: Agli inizi della nostra relazione ero più gelosa di di Tom ma col tempo diventi sicura dei tuoi sentimenti. Chi dice di non essere geloso mente o non è innamorato.
TOM: Io non sono geloso [risata].

Dove sono i bambini ora?
NICOLE: Sono rimasti a Sidney. Vanno a scuola e sono con i miei genitori. Mia sorella poi abita a due minuti di strada.

Tom, qual è il gioco preferito che fai con i tuoi figli?
TOM: Ogni volta che torno a casa mi chiedono di fare il lupo cattivo, ma quando lo faccio si spaventano e scappano via. Forse sono un bravo attore [risata].

TV Sorrisi e Canzoni, 29 Agosto 1999
Cruise e Kidman
 
Conferenza stampa al Festival di Venezia
 

TOM: E' stata un'esperienza che ci ha cambiato la vita. Stanley Kubrick ci ha sicuramente conosciuto in profondità, di certo abbiamo vissuto un'esperienza straordinaria che ci ha insegnato molto.
NICOLE: Aveva gli occhi più straordinari che abbia mai visto, occhi magnetici. La prima cosa che mi ha detto: "Non mettemi su un piedistallo", non voleva essere considerato Kubrick, ma un regista con cui lavorare. Non è un film sul sesso, ma un film sui valori della coppia. Sapevamo che dopo questo film ci saremmo portati dentro qualcosa di stimolante, emozionante e anche difficile.
TOM: Forse frustrante, perché in qualche momento ho temuto che Kubrick penetrasse nella mia vita privata.
NICOLE: Questa serata [la prima europea del film, a Venezia] è una delle più importanti della mia vita artistica. L'esperienza con Kubrick, poi, sotto il profilo umano è indimenticabile e sapendo quanto amasse l'Italia e l'Europa sono felice che il film venga presentato a Venezia.
TOM: E' un grande onore partecipare a questo omaggio a Kubrick, che rimarrà sempre un maestro, che mi ha dato la possibilità di realizzare un film che appartiene già alla storia del cinema.

NICOLE: Molte volte l'attore arriva sul set sapendo di fare una scena, e deve farla, perché altrimenti la lavorazione non procede. Ebbene, questo non andava bene per lui, lui voleva che noi passassimo del tempo nella camera da letto e nel bagno, in pratica ci invitava a collaborare e ci guardava.

TOM: Ci guardava...

NICOLE: Poi giravamo... cosa stai dicendo?

TOM: [ridendo] Ficcava il naso!

NICOLE: Voleva comunque che diventasse il nostro appartamento, che ci sentissimo a nostro agio e credo che questo fosse parte del suo genio. Amava guardare i suoi attori nell'ambiente, dopo di che era in grado di scegliere quello da mettere nel suo film e di scegliere la sua storia, dopo aver visto moltissime cose.

TOM: Stanley, quando lavorava allo script era lo sceneggiatore, quando poi curava la regia, invece, faceva sì che il tempo gli permettesse di trovare quasi un altro film, che dalla sceneggiatura il film crescesse, evolvesse, come un quadro. Secondo me, si potrebbe fare un parallelo con un pittore: è come se il film ad un certo punto gli apparisse come un quadro sulla tela. Quando poi curava il montaggio, faceva lui il montatore, sceglieva lui tutti i fotogrammi, niente veniva tagliato prima che lui lo avesse scelto.

NICOLE: E' vero, ed è interessante. Molto spesso i registi tagliano mano a mano che procedono col lavoro, invece Stanley non tagliava mai niente, lasciava tutta la pellicola intatta, ogni fotogramma lì, e solo dopo tagliava, per la realizzazione del film. Noi non vedevamo mai le scene girate nel giorno a seguito di un montaggio provvisorio, veniva tutto girato, sviluppato, e poi solo alla fine montato.

TOM: Vedevamo spesso le scene girate, sul video... e c'era sempre qualche cosa di più da vedere ogni playback.

NICOLE: Senza suono, di solito non c'era il sonoro.

TOM: Sì, qualche volta senza sonoro... e Stanley andava avanti e mi faceva vedere poi la copia stampata del film, facendomi notare i colori, la luce. Comunque anche i tempi della stampa e del montaggio erano tutto frutto del suo lavoro, era lui che curava tutto nei minimi particolari.

Rai TG1, TELE+, 1 Settembre 1999
Cruise e Kidman
 
Cerimonia di apertura del Festival di Venezia
 

Che cosa significa per voi, avere il vostro film all'apertura del Festival di Venezia?
NICOLE: E' un gande onore e un'esperienza così emozionante per noi, perché vedere tutte queste persone che amano Stanley Kubrick e i suoi film, non solo Eyes Wide Shut ma, credo, la sua carriera, è meraviglioso.
TOM: Sì, è molto speciale essere qui stasera, con la famiglia di Stanley... e Venezia è una meravigliosa romantica città. Abbiamo speso molto tempo a parlare con Stanley della realizzazione del film, Stanley era coinvolto in ogni aspetto del suo film. Sono molto emozionato, questa è la prima occasione per le persone europee di vedere il suo film...

Nicole, che cosa ha imparato lavorando con Kubrick?
NICOLE: Talmente tante cose... in termini di recitazione, di credere nella semplicità di un'idea e nel comunicarla molto semplicemente. Ma credo che la cosa principale sia la sua dedizione al cinema, ed era una bellissima cosa, molto vera e molto pura. E mi ha dato, una volta di più, la capacità di credere nel potere di una storia o perfino di una sola immagine. Credo che per me e Tom aver lavorato per Stanley sia una cosa che non ci lascerà mai. Abbiamo fatto questo film insieme ed è passato così tanto tempo... la gente dirà sempre "Oh, è stato così lungo per voi e per la vostra vita fare questo film", ma non è stato lungo per noi, è stata semplicemente una gioia e un onore.

Tom, che cosa ha reso Stanley Kubrick un regista così speciale?
TOM: Beh, devo dire... è dura, è una domanda molto difficile... lui era incredibilmente diverso, eccezionalmente intelligente, conosceva il lavoro di chiunque meglio di loro stessi... non ho mai lavorato con un regista per cui gli altri registi mi chimassero così tanto per sapere come venivano fuori le sue idee, che cosa gli piaceva e cosa succedeva sul set, e quando poi hanno visto il film, mi hanno chiamato per discutere con me specifiche scene, come erano illuminate, come le aveva girate, se erano scritte in quel modo... e sono molto contento che abbiamo questo film... ma forse non volete vedere me che parlo, è meglio vedere il film, così, spero che vi piaccia, a tutti.

TELE+, 1 Settembre 1999
Cruise e Kidman
 
Tom e Nicole, i sogni iniziano a Venezia [estratti]
di Giovanni Bogani

Si diceva che Kubrick fosse crudele e inumano...
TOM: Non è vero, io avevo letto libri su di lui prima di incontrarlo, lo dipingevano come un folle, poi l'ho visto giocare con le figlie, avere tanti animali attorno a sé e ho capito quanto sbagliavano. Non voleva essere considerato "Stanley Kubrick". Voleva essere considerato uno con cui discutere, non come un mito.
NICOLE: Io però ero completamente intimidita da lui al primo incontro, poi ha saputo scioglierci.

Come?
NICOLE: Dandoci tempo. Quando abbiamo girato quelle scene in camera da letto, io e Tom, Stanley voleva che quella camera da letto diventasse davvero nostra, che ci sentissimo a nostro agio. Lui ci guardava con il suo viewfinder, in qualche modo ci spiava. Ci lasciava fare poi decideva che cosa filmare e che cosa no.

Signora Kidman, ma Kubrick era un regista di ferro, esigentissimo, quasi feroce. Almeno così si dice. Oppure no?
NICOLE: In realtà era dolcissimo, premuroso. E anche capace di improvvisare. Voleva che noi gli dessimo il nostro tempo. Poi sceglieva che cosa girare. Lasciava che il film affiorasse come un quadro sulla tela.

Un film sull'infedeltà coniugale e dalla lavorazione così lunga quanto influisce sulla vita di coppia?
NICOLE: E' stata dura, in effetti. Non mi era possibile lasciare il personaggio sul set e tornare a casa tranquilla. Durante la lavorazione, abbiamo vissuto tutte le emozioni possibili che una coppia può vivere.
TOM: Girare questo film a volte è stato frustrante. Kubrick era bravo anche in questo: quando dovevo affrontare scene che mi coinvolgevano troppo, mi prendeva da parte e mi parlava d'altro, per calmarmi, di sport o di animali...

C'è una leggenda che dice che Kubrick ripetesse le scene infinite volte...
NICOLE: Normalmente giravamo venti o trenta volte, finché non trovava quel qualcosa che lo affascinava, quella particolare emozione. A volte girava anche sessanta volte la stessa scena. A volte solo due o tre. La scena dello specchio, quella in cui io e Tom ci sfioriamo, nudi, soltanto cinque.

Ed è quella scena che è diventata nel mondo l'icona del film. Film di sesso o no?
NICOLE: E' un film anche sul sesso, ma non solo. Del resto c'è sempre stato del sesso nell'arte, per esempio nella pittura di Hieronymous Bosch. L'arte è fatta anche di sesso. E questo credo sia un film importante in questa fine secolo. Sono felice che voi italiani possiate vederlo nella versione integrale.

La Nazione, 2 Settembre 1999
Cruise e Kidman
 
Tom: "Su quel set ho sofferto". Nicole: "Per me nessun imbarazzo" [estratti]
Giuseppina Manin

TOM: In effetti film e vita a un certo punto si sono mischiati. La sceneggiatura originale via via è stata soppiantata da un'altra, nata in diretta sul set. Il film è apparso a Kubrick come un dipinto su un quadro.

NICOLE: Con Stanley si è creato un legame davvero speciale. Insieme abbiamo passato due anni a discutere e scavare sui più nascosti moti dell'anima. Sul set lui aveva ricreato una vera casa per noi, in quella stanza da letto, in quel bagno abbiamo passato giornate e giornate. A parlare, ridere, leggere... Finchè abbiamo sentito quegli spazi come casa nostra. E lui, Stanley, guardava, guardava, guardava. Girava tutto, non tagliava nulla, annotava quel che gli piaceva. La scelta era solo alla fine, in sede di montaggio. E' difficile stabilire confini in questa avventura. Fin dall'inizio è stato chiaro che, per tutte le riprese, nessuno avrebbe mai potuto spegnere la macchina da presa o smettere le vesti del personaggio. Abbiamo accettato che quel lavoro sarebbe venuto a casa, con noi. Che i problemi e le emozioni di Bill e Alice sarebbero stati i nostri. Un'esperienza forte, molto stimolante.

TOM: Frustrante anche. Quello sconfinamento nel privato a me è costato molto. Per un po' ho opposto resistenza, ho rifiutato il mio personaggio. Kubrick ha capito ed è stato molto paziente. Così stava a parlare con me di tutto, mi faceva ridere col suo humour e solo quando mi vedeva rilassato mi chiedeva di girare. Da questo film siamo usciti diversi, la nostra vita è cambiata. Credo che quando saremo vecchi ne parleremo ancora. Stanley era un essere davvero sorprendente. Quando lo incontrai la prima volta lo immaginavo dentro tutte le leggende nevrotiche che aleggiano su di lui. E invece mi trovai davanti un uomo gentile in una casa popolata di bambini e animali, con moglie e figlie che l'adoravano. La sua unica, grande, ossessione era il tempo. Il suo lusso, la sua pretesa, era scavare fino in fondo a ogni scena. In media i ciak erano 20-30, ma spesso anche 60. Talvolta di più.

NICOLE: Non potrò mai scordare i suoi occhi: magnetici, ti leggevano dentro. Un giorno li vidi tristissimi. Sconvolto Stanley mi raccontò che era morto uno dei suoi gatti adorati.

Tutto il mondo pensa che Eyes Wide Shut sia un film erotico.
TOM: Una facile etichetta, in realtà è molto di più, è un film sulle dinamiche di un matrimonio.

Corriere della Sera, 2 Settembre 1999
Cruise e Kidman
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