Il pedinatore di Stanley Kubrick
di Filippo Ulivieri
Per quanto tempo è stato presente sul set?
Difficile credere che io abbia avuto un contratto di sei mesi per Eyes
Wide Shut. Sei freddi e lunghi mesi, ma tutto questo perde sul serio di importanza
quando passi quel tempo in un film di Kubrick. La maggior parte delle riprese per le
mie scene sono state girate nel retro dei Pinewood Studios. Una reincarnazione del
Greenwich Village a New York, dal pane nel negozio di fronte, le bottiglie di whiskey
in quello di liquori, fino alle stoviglie del pub.
Come si è svolto il suo apporto al film?
Abbiamo fatto molte prove, e a quel tempo era più una questione
di sopportare il freddo che di recitazione. Ma questa è la strada
su cui Kubrick conduce tutti quanti. Un misto di spingere le persone al
loro limite e di non sapere bene che cosa vuole. Niente di sbagliato in questo,
una storia si sta svelando e se qualcuno la vive e la respira, è merito di
Stanley. Io sono un giocatore di piccolo calibro in questo tragico ultimo ricordo
di un maestro all'opera. Tuttavia sono quasi sempre stato presente sul
set anche se probabilmente ho girato scene per un paio di mesi sui sei
totali. Per lo meno non sono finito sul pavimento della sala di montaggio!
C'erano un sacco di cameo come il mio che sono stati lasciati da parte.
Un credit nei titoli di coda ha la sua importanza e io non posso certo
ridere di questo.
Come è stata girata la scena del pedinamento?
La scena in cui Tom Cruise si avvicina all'edicola, compra un giornale
(dall'autista di Stanley nella parte del venditore di giornali) poi alza
lo sguardo e mi vede, era diversa nel copione iniziale. L'abbiamo girata
con me che attraversavo la strada, mi fermavo sotto il lampione per girare
poi verso Tom mentre stava fermo vicino al taxi che era in attesa accanto
al marciapiede. Nervoso e spaventato, Tom restava immobilizzato e io all'improvviso
cambiavo direzione, avvicinandolo con fare minaccioso, poi mi infilavo alla svelta nel taxi
che partiva via. Non è stata usata perché si pensava che se il personaggio di
Tom fosse stato così tanto spaventato sarebbe saltato all'istante
dentro il taxi. Penso che per Stanley non sembrasse realistico, così
l'abbiamo girata con me che uscivo di scena camminando lungo il lato dell'edificio.
La ragione non ufficiale della nuova versione era che io sembravo troppo
minaccioso e questo sbilanciava l'equilibrio di quello che Tom aveva in
mente. Teoria buona per il mio ego, ma probabilmente falsa.
Kubrick ha girato altre scene con lei che non sono state montate
nel film?
Sì, c'erano anche un sacco di sequenze di pedinamento girate
nel set che non sono poi state usate per chissà quale ragione.
I critici hanno detto che alcune scene verso la fine del film (incluso
il pedinatore) avrebbero potuto essere tagliate perché non aggiungono
nulla al prodotto finale. Ovviamente non ho nessun problema riguardo a questo,
eccetto che il pedinatore era un ruolo che rappresentava le paranoie di Tom
(per come l'ho percepito
io) ed era importante nell'alzare la tensione che lui si portava dietro
nelle scene emotive che poi avrebbe girato. Certo, è tutto lasciato
all'interpretazione perché Stanley non è qui a dircelo.
La cosa divertente è che, se anche lui fosse qui, non lo sparemmo
lo stesso. Fa parte dell'enigma Kubrick come regista. Si
era anche parlato ad un certo punto di far entrare in contatto il pedinatore
con Tom in qualche modo. Un breve incontro, forse un'arma mostrata discretamente
come minaccia conclusiva. Devono
esserci miglia di materiale custodite da qualche parte. Semplicemente
ci sono così tanti modi di pedinare qualcuno!
Cosa ricorda della sua esperienza come attore in Eyes Wide Shut?
Sono i piccoli particolari che ti fanno sorridere. Quando stavi in
piedi per quattro ore aspettando di girare, senza sentire più i
propri piedi e con la testa congelata, qualsiasi cosa sembrava buffa.
Stanley che freneticamente era alla ricerca di informazioni metereologiche
dell'ultimo minuto notte dopo notte. Se avesse potuto bisbigliare nelle
orecchie di Thor [un dio della tradizione barbarica, responsabile degli
eventi atmosferici, NdT] lo avrebbe fatto. La troupe e gli attori che
ridacchiavano stanchi e isterici quando Stanley si infuriava se il set
non era stato decorato in tempo, o se le macchine da presa non erano pronte
(i tecnici, ad ogni modo, erano maledettamente abili). Stanley comunque
non restava arrabbiato a lungo. E' difficile per me essere espansivo riguardo
quello che ho fatto perché è una piccola cosa nel mondo del cinema
ma per lo meno ho conosciuto Stanley, ho riso con lui, ci ho parlato e sono stato
parte della sua visione.
Quali sono state le indicazioni che le ha dato Stanley Kubrick
per interpretare il suo ruolo?
Per qualche ragione sembrava che sapesse cosa avrebbe ricavato dalle persone.
Kubrick dà molta importanza alla semplice presenza sullo
schermo. L'aura di un personaggio si emana dalla celluloide. So che Shelley
Winters ad un certo punto urlò "Cosa vuoi da me?" Beh,
quando arrivi a questo, lui sa cosa vuole. Così mi ha dato solo
due indicazioni di regia a voce. Allunga il tuo passo quando cammini e
fai in modo che Tom senta i tuoi occhi ardenti contro di lui. Il resto
è stato semplicemente creare il personaggio dentro di me per adattarlo
al copione, perché Stanely avrebbe girato finché non avesse
ottenuto l'energia che voleva.
Il suo personaggio, secondo quanto afferma Sydney Pollack
nel dialogo finale
tra Victor Ziegler e Bill Harford, era stato assunto per controllare quest'ultimo
nelle sue peregrinazioni notturne. Kubrick le ha illustrato meglio il
ruolo del pedinatore all'interno della rete di mistero che coinvolge il
personaggio di Tom Cruise dopo la notte della festa in maschera?
Non ho lavorato sul set con Sydney Pollack e ho solo sentito dire
che il suo personaggio veniva formulato e plasmato mentre Stanley girava
quelle scene. Forse Stanley voleva mantenerlo spontaneo? Tuttavia ho visitato
il set una volta. Sono stato portato là di notte in modo da esserci
poco dopo mezzanotte (erano riprese notturne). Mi hanno accompagnato in
giro per il set e mi hanno mostrato le fantastiche maschere in attesa
di essere usate. Nel momento in cui mi sono seduto accanto a Stanley,
qualunque idea avesse avuto sul pedinatore coinvolto in alcune delle scene
con le maschere (fuori da ogni dubbio) era stata dimenticata. Mi sono
buttato su una cena alle 2 di notte, cambiato di abito, ho fatto la mia
valigia e sono tornato a Londra.
Intervista esclusiva per ArchivioKubrick, Ottobre 2001