2001: l'Odissea non è finita
di Federico Greco
Ian
Watson ha lavorato con Stanley Kubrick al soggetto del film postumo, A.I.,
alternandosi con Sara Maitland e Brian Aldiss. L'abbiamo intervistato
su questo e su 2001.
Mr
Watson, lei ha lavorato con Stanley Kubrick al soggetto del film postumo
del regista, Artificial Intelligence, alternandosi con Sara Maitland
e Brian Aldiss. Durante i suoi incontri con Kubrick, parlavate mai del
suo altro grande film di fantascienza, 2001?
Stanley non parlava molto con me degli altri suoi film. Discutevamo essenzialmente
della linea narrativa del film su cui stavamo lavorando, e ogni tanto
di qualunque altra cosa... che so, di Saddam Hussein, di politica, di
crittografia, qualunque cosa... Non mi aspettavo che mi parlasse delle
tecniche di ripresa di un film; quello era il suo campo, non il mio. Solo
se e quando arrivavamo ad una story-line coerente e solida allora si occupava
volentieri del lato tecnico. Per esempio a chi toccasse occuparsi - se
a lui o a coloro che pagava per questo - di ciò di cui aveva bisogno.
Parlare degli altri suoi film lo avrebbe distratto, a parte ogni tanto
- incidentalmente - quando veniva fuori qualche aneddoto. Stanley conservava
le cose in compartimenti mentali separati.
Come scrittore di fantascienza, qual è la sua opinione di 2001?
Ho ammirato 2001. Non so se mi sia piaciuto. In qualche modo
lo considero contemporaneamente uno dei più sottili e noiosi film
degli ultimi 50 anni. Guardarlo una seconda o terza volta non è
per me una grande esperienza. E' piuttosto una meditazione visiva che
un film. Comunque un film molto importante, e tutt'oggi lontano mille
miglia dal diluvio di film di fantascienza che sono seguiti, con qualche
eccezione tutti deludenti. Tra le eccezioni, per esempio, Gattaca,
oppure Dune, di David Lynch, che era così fedele al libro
da disorientare chi non avesse letto Frank Herbert. Per esempio nel finale,
quando Alia sibila: "perché sei Kwisach Haderach" senza
che se ne sia fatta precedentemente menzione nel film. Oppure Dark
City, simile e nello stesso tempo molto migliore dell'ultra-pubblicizzato
Matrix, un kung-fu movie travestito da film di fantascienza e pieno
di idiozie nella trama. Veramente fastidioso. Il problema è che
i film di fantascienza genuini, ben fatti, non fanno soldi al botteghino.
Forse perché sono troppo intelligenti. E' il trionfo degli effetti
speciali...
Sempre
a proposito di 2001 e del monolite - indizio di una forma di vita
aliena intelligente - cosa ne pensa della possibilità di vita extraterrestre?
Beh, sarei portato a dire che forme di vita primitiva possono arrivare
ad esistere dovunque ne esista la possibilità, ma la strada verso
un'intelligenza consapevole come la nostra prevede necessariamente una
tale sequenza di eventi e possibilità che è più verosimile
che la nostra sia l'unica forma di vita intelligente dell'universo. Oppure
che qualunque altra forma sia così distante e irraggiungibile che
non ne verremo mai a conoscenza. Grazie all'ingegneria genetica è
possibile che i nostri stessi discendenti diventeranno gli alieni, essendo
l'unica altra ipotesi quella delle intelligenze artificiali che potremmo
inventare, se è vero che lÂ’intelligenza artificiale può
essere una realtà. Come scrittore di fantascienza spero che prima
o poi troveremo civiltà extraterrestri e che saremo in grado di
contattarle, ma più realisticamente potrebbe non essere così.