Di seguto sono riportati alcuni estratti da interviste rilasciate da Kubrick dopo l'uscita di Arancia Meccanica. Il film dovette affrontare innumerevoli polemiche per il suo contenuto politico e le sue immagini violente. Per questo motivo il regista, di solito restio a parlare del significato dei suoi film, si è dimostrato molto più disponibile del solito a discutere le implicazioni tematiche della sua opera e le interpretazioni possibili.
Kubrick spiega la meccanica dell'arancia [estratti]
di Bernard Weinraub La storia funziona, ovviamente, su vari livelli, politico, sociologico, filosofico e, più importante di tutti, su una sorta di livello psico-simbolico simile a quello dei sogni [...] A questo livello, Alex simbolizza l'uomo nel suo stato naturale, lo stato in cui sarebbe se la società non gli avesse imposto i suoi processi civilizzanti. Quello a cui rispondiamo in modo inconscio è il senso di libertà di Alex, che gli permette di uccidere e stuprare senza sentirsi in colpa, che è in parallelo la nostra condizione naturale selvaggia. E' in questo lampo di consapevolezza sulla vera natura dell'uomo che risiede il potere di questa storia. Kubrick tells what makes A Clockwork Orange tick, di Bernard Weinraub
The New York Times, 4 Gennaio 1972 Traduzione dall'inglese per ArchivioKubrick |
Tempi moderni: un'intervista con Stanley Kubrick [estratti]
di Philip Strick e Penelope Houston Era assolutamente necessario dare rilievo alla brutalità di Alex, altrimenti, credo, ci sarebbe stato il rischio di una confusione morale nei confronti di ciò che il sistema punitivo metteva in atto contro di lui. Se egli fosse stato dipinto come meno malvagio, lo spettatore avrebbe potuto dire "Oh, sì, certamente non si dovrebbe infliggere un simile condizionamento psicologico ad un individuo; è tutto così orribile e lui non era così crudele dopotutto". D'altro canto, quando si mostra Alex commettere azioni così brutali e si riesce comunque a cogliere la profonda malvagità di quella parte del sistema che tenta di trasformarlo in qualcosa di meno che umano per renderlo più buono, a quel punto credo sia chiara l'idea fondamentale del libro. E' necessario che l'uomo possa scegliere tra bene e male e che ci sia il caso in cui egli scelga il male. Privarlo di questa possibilità di scelta, significa renderlo qualcosa di inferiore all'umano - un'arancia meccanica appunto. [...] Penso che oltre alle qualità personali menzionate prima, esista una profonda inconscia e psicologica identificazione con Alex. Se si osserva la storia non da un punto di vista sociale e morale, ma attraverso la prospettiva del contenuto psicologico onirico, allora Alex può essere visto come una creatura del subconscio. Egli è dentro tutti noi. Nella maggioranza dei casi, questo riconoscimento sembra portare ad una specie di empatia da parte del pubblico, altre persone invece provano una sensazione di rabbia e di disagio. Questi spettatori non sono in grado di accettare quella parte di loro stessi che vedono rappresentata sullo schermo, quindi reagiscono con un sentimento di irritazione nei confronti del film. E' un po' come il re che uccide il messaggero che porta cattive notizie e premia invece quello che gliene porta di buone. [...] Non esistono prove certe che la violenza rappresentata nei film o alla televisione sia causa di violenza sociale. Focalizzare l'attenzione su questo aspetto della violenza significa ignorare le cause principali, che vorrei elencare come: 1. Peccato originale: punto di vista religioso; 2. Ingiusto sfruttamento economico: punto di vista marxista; 3. Frustrazione emotiva e psicologica: punto di vista psicologico; 4. Fattori genetici basati sulla teoria del cromosoma "Y": punto di vista biologico; 5. Uomo, scimmia assassina: punto di vista evolutivo. Tentare di attribuire ogni responsabilità all'arte come causa di vita rappresenta una soluzione sbagliata della questione. L'arte consiste in un rimodellamento della vita, ma non crea, né è causa di vita in sé. Inoltre, l'attribuire potenti e suggestive capacità al cinema è contrario all'affermata conclusione scientifica per la quale, anche dopo una profonda ipnosi, in uno stato postipnotico, l'uomo non riesce a compiere atti contrari alla propria natura. Interview with Stanley Kubrick, di Philip Strick e Penelope Houston
Sight & Sound, Primavera 1972 Traduzione dall'inglese di Alberto Baracco e Gianluca Matarrese per ArchivioKubrick |
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