I tagli di Stranamore [estratti]
di Terry Southern
Non
molto dopo, iniziammo a girare la la famosa scena "la perduta battaglia
di torte" che durava sugli undici minuti e sarebbe stata inserita
circa verso la fine del film. La ripresa iniziava ad un certo punto nella
War-room dove si vedeva l'ambasciatore russo, sorpreso per la seconda
volta a scattare fotografie del grande pannello murale, utilizzando sei
o sette piccole microcamere spia mascherate da orologio da polso, da anello
con diamanti, da accendino per sigarette e da gemelli per i polsini della
camicia.
Il capo della congrega di potenti, il generale dell'aviazione Buck Turgidson
(George C. Scott) lo coglieva in flagrante e, come la prima volta, lo
aggrediva e lo scaraventava a terra. I due combattevano furiosamente finché
non interveniva il presidente Muffley: "Questa è la stanza
della guerra, signori! Come vi osate a combattere qui dentro!"
Il generale Turgidson restava interdetto: "Abbiamo preso il sorcio
comunista con le mani nel sacco, questa volta, Signor Presidente!"
Il distaccamento di quattro ufficiali di polizia che avevano scortato
precedentemente l'ambasciatore dentro la War-room restava immobile mentre
il Generale continuava: "Signor Presidente, la mia esperienza in
questo genere di spionaggio mi ha reso più scettico della media.
Io penso che queste microcamere," e indicava col dito tutta quella
ingegnosa attrezzatura, "potrebbero essere finte, solo per trarci
in inganno. Io credo che lui abbia il vero gioiellino nascosto nella sua
persona. Gradirei avere il suo permesso, Signor Presidente, per farlo
perquisire completamente." "Va bene," diceva il Presidente,
"permesso accordato."
Il Generale Turgidson istruiva così i militari: "Okay ragazzi,
avete sentito il Presidente. Voglio che cerchiate bene, a fondo, addosso
all'ambasciatore. E a causa delle piccole dimensioni della sua attrezzatura,
non trascurate nessuno dei sette orifizi corporei."
La macchina da presa stringeva sul primo piano dell'ambasciatore mentre egli
stava ascoltando queste parole e calcolava mentalmente gli orifizi con
un'espessione di grande seccatura. "Voi porci capitalisti!"
ruggiva, e si lanciava fuori dall'inquadratura verso il grande tavolo
che era stato portato lì precedentemente. Poi si voltava verso
il Generale Turgidson, che adesso mostrava apprensione mentre si spostava
ondeggiando di lato per cercare di evitare una torta alla crema che l'ambasciatore
gli stava lanciando addosso.
Il
Presidente Muffley si trovava proprio dietro al Generale, così
che quando quest'ultimo si era spostato, il Presidente riceveva la torta
dritta in faccia. Era così sovrastato dalla totale indignazione
di essere stato colpito da una torta alla crema che semplicemente collassava.
Il
Generale Turgidson cercava allora di sorreggerlo mentre questi stava svenendo:
"Signori," diceva, "il Presidente è stato abbattuto,
nel fiore dei suoi anni e della sua presidenza. Io dico... rappresaglia
massiccia!" E così prendeva un altra torta e la scaraventava
contro l'ambasciatore. Lo mancava e colpiva invece il Generale Faceman,
il capo dell'Esercito.
Faceman
era furioso. "Questa volta hai esagerato, Buck!" gli diceva,
lanciando lui stesso un'altra torta, che colpiva l'ammiraglio Popper,
capo della Marina, il quale, naturalmente, voleva vendicarsi. Ed ecco
che seguiva una monumentale guerra di torte in faccia.
Nel
frattempo, contemporaneamente alla guerra di torte in faccia, aveva luogo
un'altra sequenza. Circa nel momento in cui la prima torta veniva lanciata,
il Dottor stranamore si alzava dalla sua sedia a rotelle. Poi, guardando
con occhio piuttosto selvaggio, urlava "Mein Fuhrer, I can valk!"
Faceva un trionfante passo avanti e poi cadeva sbattendo la faccia sul
pavimento. Immediatamente cercava di rimettersi sulla sedia, strisciando
sul pavimento che era così perfettamente lucidato e scivoloso che
la sedia a rotelle gli scivolava via ogni volta che il Dottore cercava
di afferrarla.
Con
un montaggio alternato tra la battaglia di torte e i movimenti striscianti
del Dottore per terra - la raggiunge, gli scivola via, la raggiunge, gli
scivola via - si suggeriva un curioso, macabro pas de deux. Quando
la sedia a rotelle toccava finalmente il muro, cadeva di lato verso il
pavimento e si fermava dieci piedi più in là, definitivamente
senza alcuna speranza di essere raggiunta. Stranamore, esausto e abbattuto,
si tirava su e restava seduto per terra, con la schiena appoggiata al
muro, all'estremità opposta della War-room.
Per
un attimo, si metteva a guardare la strana scena che stava avendo luogo
poco piuù in là, la battaglia a torte in faccia, che appariva
come una distante, sfocata, bianca bufera di neve. La macchina da presa
si avvicinava a Stranamore mentre fissava, senza espressione questa volta,
la zuffa lontana. Poi,
senza che lui lo notasse, il suo braccio destro si sollevava lentamente
e si muoveva, con fare molto furtivo, verso la tasca interna della giacca,
prendeva una pistola German Luger e la puntava verso la propia tempia.
La mano che teneva la pistola veniva fermata all'ultimo momento dall'altra
mano, libera, ed entrambe lottavano per avere il controllo dell'arma.
Questa mano, afferrando l'altro polso, aveva la meglio e riusciva a dirottare
la mira della pistola che, sparando con un botto tremendo, mancava la
tempia. L'espolsione si riverberava con un tale volume da fermare la battaglia
delle torte.
Una
scena di bianco e spiritico aspetto: Stranamore la fissava per un istante
prima di realizzare che aveva la mano alzata. "Signori," urlava
verso di loro. "Basta con qvesti giochi infantili. Abbiamo del laforo
da fare. Adunatevi qvi, per fafore!" Per un momento non si muoveva
nessuno. Poi una figura solitaria rompeva le righe: era il Generale Turgidson,
che attraversava la stanza verso la sedia a rotelle e la spingeva verso
il Dottore ferito. "Posso aiutarla a salire sulla sua sedia, Dottore?"
chiedeva. Poi iniziava a spingere Stranamore lungo tutto il pavimento
della War-room, che era adesso sommerso da crema pasticcera alta mezzo
piede.
Si
muovevano lentamente finché non raggiungevano il Presidente e l'ambasciatore
russo, seduti a gambe incrociate, uno di fronte all'altro, intenti a costruire
un castello di sabbia con la crema. "Ma che diavolo..." mugugnava
Turgidson. "Ach," diceva Stranamore, "penso che le loro
menti si siano rotte sotto lo sforzo. Forse dovranno essere istituzionalizzati."
Appena
loro due si avvicinavano alla formazione coperta di torte dei generali
e ammiragli, il Generale Turgidson annunciava solennemente: "Beh,
ragazzi, sembra che il futuro di questa nostra grande terra stia andando
nelle mani di persone come il qui presente Dottor Stranamore. E allora
cantiamo al bravo dottore!" E mentre si allontanava, la sinistra
formazione innalzava all'unisono la sua voce, in un secco lamento come
di un fantasma: "Hip hip, urrà! Hip hip, urrà!"
seguito dall'interpretazione di Vera Lynn della canzone We'll Meet
Again.
La
macchina da presa si alzava e panoramicava all'indietro in una lunga ripresa
drammatica del Generale Turgidson che camminava lungo la War-room, in
un metaforico matrimonio visivo tra lo scienziato pazzo e i militari degli
Stati Uniti. Fine.
Era
una scena veramente fantastica. All'inizio il problema era di dover fare
tutto con un solo ciak; non c'era né tempo né soldi per
rigirarla - cosa che avrebbe significato dover ripulire le centinaia di
uniformi e comprare altre mille torte alla crema. I responsabili dello
Studio, che erano sempre stati scettici sulla scena, erano stati insopportabilmente
chiari circa la faccenda: "Stiamo parlando di un solo ciak. Un solo
ciak e poi siete fuori, anche se avete ottenuto solo della merda!"
Così fu con una notevole trepidazione che guardammo i giornalieri
quella sera.
Deve
essere ricordato che ogni branca dei servizi militari - l'Esercito, la
Marina, l'Aviazione ecc. - riceveva un budget separato che determinava
la ricchezza e lo stile di vita dei relativi membri. La battaglia a torte
in faccia, nella sua lunghissima durata e animosità, non era tanto
tra l'ambasciatore sovietico e i militari americani, quanto tra le branche
rivali delle forze armate statunitensi, e rappresentava un'amara e implacabile
lotta per appropriarsi dei soldi del congresso. Questa continua gelosia
tra le branche dei militari, che provocava esagerazioni di ognuno riguardo
i propri bisogni, precludeva ogni possibilità di ridurre il nostro
bubget destinato alla difesa, appunto assurdamente alto.
Lo
stile e l'animo della sequenza doveva riflettere queste feroci circostanze.
L'errore maggiore di Kubrick fu di fallire nel comunicare questa idea
ai circa sessanta ammiragli e generali incaricati di lanciare le torte,
così che la principale atmosfera che si ricavava dal film potrebbe
essere descritta come un baccanale, con tutti che lanciavano allegramente
quelle torte, ovviamente con animo euforico. Un disastro di, come disse
Kubrick stesso, "proporzioni omeriche". Senza bisogno di dirlo,
la scena fu tagliata.
Stangelove Outtake, 1971
Traduzione italiana per ArchivioKubrick