IT'S ALL FORGOTTEN NOW...
Conclusioni
Riassumendo
A partire dall'osservazione di una particolarità espressiva del film, abbiamo cercato di collegare il ribaltamento della relazione tra espressione e contenuto, rispetto ai canoni dell'horror, eseguito da Shining, con una delle caratteristiche del sentimento del perturbante analizzato da Freud, quella cioè di presentarsi contemporaneamente come qualcosa che è noto o, meglio, che era noto prima della rimozione e poi è riaffiorato all'evidenza, in contrasto con quello che fino a quel momento era stato avvalorato dall'esperienza del soggetto.
Grazie a questo espediente puramente espressivo il film raggiunge lo scopo di terrorizzare il pubblico in due modi diversi, provocando il sentimento perturbante per due volte. Il primo sistema è sostanzialmente in linea con tutte le opere horror prodotte nella cinematografia e nella letteratura dell'orrore: ai personaggi della trama accadono cose spaventose che li terrorizzano e, grazie ai meccanismi di proiezione e identificazione, terrorizzano anche lo spettatore. La seconda modalità che rende Shining doppiamente perturbante è ben più originale e parte proprio dalla specificità dell'unheimlich, da quella doppiezza che abbiamo illustrato: il film spiazza continuamente lo spettatore che si affida al suo bagaglio di conoscenze relative agli stereotipi del cinema horror, capovolgendo le coppie buio-male e luce-bene in modo da legare tutto il terrore del film alla luce, solitamente invece portatrice di sicurezza; in questo modo è lo spettatore che vive sulla propria pelle, in prima persona, e non in modo mediato, il perturbante.
A partire dall'osservazione di una particolarità espressiva del film, abbiamo cercato di collegare il ribaltamento della relazione tra espressione e contenuto, rispetto ai canoni dell'horror, eseguito da Shining, con una delle caratteristiche del sentimento del perturbante analizzato da Freud, quella cioè di presentarsi contemporaneamente come qualcosa che è noto o, meglio, che era noto prima della rimozione e poi è riaffiorato all'evidenza, in contrasto con quello che fino a quel momento era stato avvalorato dall'esperienza del soggetto.
Grazie a questo espediente puramente espressivo il film raggiunge lo scopo di terrorizzare il pubblico in due modi diversi, provocando il sentimento perturbante per due volte. Il primo sistema è sostanzialmente in linea con tutte le opere horror prodotte nella cinematografia e nella letteratura dell'orrore: ai personaggi della trama accadono cose spaventose che li terrorizzano e, grazie ai meccanismi di proiezione e identificazione, terrorizzano anche lo spettatore. La seconda modalità che rende Shining doppiamente perturbante è ben più originale e parte proprio dalla specificità dell'unheimlich, da quella doppiezza che abbiamo illustrato: il film spiazza continuamente lo spettatore che si affida al suo bagaglio di conoscenze relative agli stereotipi del cinema horror, capovolgendo le coppie buio-male e luce-bene in modo da legare tutto il terrore del film alla luce, solitamente invece portatrice di sicurezza; in questo modo è lo spettatore che vive sulla propria pelle, in prima persona, e non in modo mediato, il perturbante.
Bibliografia
Bernardi, Sandro. (1990). Kubrick e il cinema come arte del visibile. Parma: Pratiche editrice.
Brunetta, Gian Piero (a cura di). (1985). Stanley Kubrick: tempo, spazio, storia e mondi possibili. Parma: Pratiche editrice.
Calabrese, Omar. (1999). Lezioni di semi-simbolico: come la semiotica analizza le opere d'arte. Siena: Protagon.
Ciment, Michel. (1980). Oui, il y a des revenants. L'Express, 18/10/1980. Vers. italiana in Ciment, M. (1999). Kubrick, Milano: Rizzoli.
Eugeni, Ruggero. (1995). Invito al cinema di Stanley Kubrick. Milano: Mursia.
Freud, Sigmund. (1919). Il perturbante. In Opere. (1977). Torino: Boringhieri.
Ghezzi, Enrico. (1977). Stanley Kubrick. Milano: Il Castoro.
Lasagna, Roberto e Zumbo, Saverio. (1997). I film di Stanley Kubrick. Alessandria: Falsopiano.
Molina Foix, Vincent. (1980). An interview with Stanley Kubrick. El Pais Artes, 20/12/1980.
Brunetta, Gian Piero (a cura di). (1985). Stanley Kubrick: tempo, spazio, storia e mondi possibili. Parma: Pratiche editrice.
Calabrese, Omar. (1999). Lezioni di semi-simbolico: come la semiotica analizza le opere d'arte. Siena: Protagon.
Ciment, Michel. (1980). Oui, il y a des revenants. L'Express, 18/10/1980. Vers. italiana in Ciment, M. (1999). Kubrick, Milano: Rizzoli.
Eugeni, Ruggero. (1995). Invito al cinema di Stanley Kubrick. Milano: Mursia.
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Molina Foix, Vincent. (1980). An interview with Stanley Kubrick. El Pais Artes, 20/12/1980.