Cofanetto I Grandi Registi — Extra
Le edizioni speciali presentano una notevole quantità di contenuti extra, su cui mi soffermerò in dettaglio nelle recensioni dei singoli DVD. Qui scrivo alcune considerazioni di carattere generale sui documentari e le featurette, per poi chiudere con una valutazione finale sul cofanetto.
Gli extra si dividono sostanzialmente in tre parti: alcune featurette realizzate appositamente da Gary Leva su commissione della Warner Bros., una serie di vecchi documentari diretti da Paul Joyce, e alcune chicche ripescate dal passato.
I documentari di Gary Leva seguono il metodo ormai standard delle featurette commemorative: montaggio ultrarapido di fotogrammi e fotografie dal set su musica presa in prestito da altri film o dal repertorio classico, brevi spezzoni del film a commento di quel che gli intervistati raccontano e testimonianze di persone non sempre direttamente collegate al film utilizzate per lo più in frammenti così minuscoli che alcuni ospiti, pur illustri, finiscono per dire solo una frase prima di sparire nell'oblio.
Purtroppo la troppa varietà di persone intervistate non giova neanche all'approfondimento né all'esattezza delle informazioni: di carattere troppo superficiale, le featurette in più punti indulgono nelle solite storielle che si trascinano da un'occasione all'altra senza un vero fondamento e a dispetto delle smentite che già hanno ricevuto da più parti.
La sovrabbondanza di musica, effetti grafici e titoli a tutto schermo, combinata con un ritmo convulso e frettoloso, va poi a detrimento della qualità stessa dei documentari perché impedisce di gustarsi e assorbire quel che viene raccontato anche quando ne varrebbe la pena — mi spiego così la capacità che hanno questi extra di uscirti dalla mente dopo averli visti.
I documentari di Paul Joyce, con tutti i difetti che hanno, risultano invece più utili e interessanti: Joyce, se non brilla di buon gusto nel montaggio ed eccede in effettacci digitali del tutto superflui, ha comunque il merito di riuscire a intervistare un numero impressionante di testimoni, di fare domande non del tutto stupide (a giudicare dalle risposte interessanti che ottiene) e di non tagliuzzare le dichiarazioni mantenendo una staffetta di aneddoti con ritmo più pacato e seguibile.
Ogni film, tranne Eyes Wide Shut, ha il commento audio degli attori o dei tecnici, in alcuni casi affiancati da un critico. I dettagli sono nelle singole recensioni ma dico subito che non sono sottotitolati in italiano, quindi non fruibili da chi non comprende l'inglese. Ed è un vero peccato perché si tratta degli extra migliori: in aggiunta alla mia predilezione personale verso i commenti audio, devo dire che in questo cofanetto le persone chiamate a registrarli mantengono un ottimo equilibrio tra il dare informazioni utili e divertirsi coi ricordi del passato. Delle tracce proprio piacevoli da ascoltare, ed è una grande perdita che Sydney Pollack non abbia registrato il suo commento per Eyes Wide Shut: sono convinto che sarebbe stato il migliore di tutti. Un altro moto di rabbia verso la Warner che se l'è lasciato scappare.
In conclusione, i contenuti extra delle edizioni speciali sono a mio avviso l'unica vera ragione per cui possa valer la pena di acquistare il cofanetto. I nuovi trasferimenti, pur pregevoli, soffrono dell'imperdonabile errore di proporzione nel formato video, cosa che dal mio punto di vista è sufficiente per squalificarli completamente e continuare a preferire le vecchie edizioni a schermo pieno. Il mio purismo chiaramente non tocca le nuove edizioni di 2001 e Arancia Meccanica, i cui trasferimenti sono in formato video corretto.
Le altre recensioni:
Introduzione
Arancia Meccanica
Shining
Full Metal Jacket
Eyes Wide Shut
2001: Odissea nello Spazio
Gli extra si dividono sostanzialmente in tre parti: alcune featurette realizzate appositamente da Gary Leva su commissione della Warner Bros., una serie di vecchi documentari diretti da Paul Joyce, e alcune chicche ripescate dal passato.
I documentari di Gary Leva seguono il metodo ormai standard delle featurette commemorative: montaggio ultrarapido di fotogrammi e fotografie dal set su musica presa in prestito da altri film o dal repertorio classico, brevi spezzoni del film a commento di quel che gli intervistati raccontano e testimonianze di persone non sempre direttamente collegate al film utilizzate per lo più in frammenti così minuscoli che alcuni ospiti, pur illustri, finiscono per dire solo una frase prima di sparire nell'oblio.
Purtroppo la troppa varietà di persone intervistate non giova neanche all'approfondimento né all'esattezza delle informazioni: di carattere troppo superficiale, le featurette in più punti indulgono nelle solite storielle che si trascinano da un'occasione all'altra senza un vero fondamento e a dispetto delle smentite che già hanno ricevuto da più parti.
La sovrabbondanza di musica, effetti grafici e titoli a tutto schermo, combinata con un ritmo convulso e frettoloso, va poi a detrimento della qualità stessa dei documentari perché impedisce di gustarsi e assorbire quel che viene raccontato anche quando ne varrebbe la pena — mi spiego così la capacità che hanno questi extra di uscirti dalla mente dopo averli visti.
I documentari di Paul Joyce, con tutti i difetti che hanno, risultano invece più utili e interessanti: Joyce, se non brilla di buon gusto nel montaggio ed eccede in effettacci digitali del tutto superflui, ha comunque il merito di riuscire a intervistare un numero impressionante di testimoni, di fare domande non del tutto stupide (a giudicare dalle risposte interessanti che ottiene) e di non tagliuzzare le dichiarazioni mantenendo una staffetta di aneddoti con ritmo più pacato e seguibile.
Ogni film, tranne Eyes Wide Shut, ha il commento audio degli attori o dei tecnici, in alcuni casi affiancati da un critico. I dettagli sono nelle singole recensioni ma dico subito che non sono sottotitolati in italiano, quindi non fruibili da chi non comprende l'inglese. Ed è un vero peccato perché si tratta degli extra migliori: in aggiunta alla mia predilezione personale verso i commenti audio, devo dire che in questo cofanetto le persone chiamate a registrarli mantengono un ottimo equilibrio tra il dare informazioni utili e divertirsi coi ricordi del passato. Delle tracce proprio piacevoli da ascoltare, ed è una grande perdita che Sydney Pollack non abbia registrato il suo commento per Eyes Wide Shut: sono convinto che sarebbe stato il migliore di tutti. Un altro moto di rabbia verso la Warner che se l'è lasciato scappare.
In conclusione, i contenuti extra delle edizioni speciali sono a mio avviso l'unica vera ragione per cui possa valer la pena di acquistare il cofanetto. I nuovi trasferimenti, pur pregevoli, soffrono dell'imperdonabile errore di proporzione nel formato video, cosa che dal mio punto di vista è sufficiente per squalificarli completamente e continuare a preferire le vecchie edizioni a schermo pieno. Il mio purismo chiaramente non tocca le nuove edizioni di 2001 e Arancia Meccanica, i cui trasferimenti sono in formato video corretto.
Le altre recensioni:
Etichette: Libri e DVD, Recensioni
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