Gent Film Festival
Sono tornato da Gent, in Belgio, dove si è svolto l'International Film Festival e dove è attualmente la Stanley Kubrick Exhibition. Dall'11 al 21 ottobre, sono stati proiettati tutti i film di Stanley Kubrick in pellicola, in una sezione fuori concorso del festival. La mostra resterà aperta fino a gennaio 2007.
Per la prima volta ho visto sul grande schermo Barry Lyndon, Shining e Full Metal Jacket. Quest'ultimo è stata una vera sorpresa: nonostante abbia sempre pensato che la prima parte del film sia fantastica, avevo sempre avuto riserve sulla seconda, forse per la mia scarsa passione per i film di guerra o forse, per dirla con Michael Herr, perché non avevo la minima idea di cosa Kubrick avesse intenzione di fare. Vederlo con un pubblico fa tutto un altro effetto. Il film funziona, la struttura a due atti è potente, compatta, conclusa. La fotografia con l'enorme profondità di campo tiene gli occhi incollati allo schermo, le steadicam rasoterra ti buttano in mezzo all'azione.
Barry Lyndon è quel capolavoro di fotografia che tutti dicono. Non è per niente scontato ripeterlo. La visione col pubblico poi mi ha ricordato quanto fosse permeato di ironia e sarcasmo: vedendo il film da solo, in TV, non mi era mai parso così divertente. Tre ore senza un briciolo di noia, potevano anche essere dieci e sarebbe stato bellissimo seguire ancora le (dis)avventure di Redmond. L'osservazione sullo stile ironico vale anche per tutti gli altri film: vendendoli uno dopo l'altro, emergono le somiglianze non solo di forma ma anche di stile e l'elemento che più mi ha colpito è questo atteggiamento di ironia distaccata e arguta che permea tutte le storie raccontate da Kubrick.
Shining al cinema semplicemente ti sovrasta. L'edizione proiettata era quella americana, a mio giudizio un po' lenta all'inizio e con qualche digressione inutile (la pediatra e Durkin, in particolare). Eyes Wide Shut in pellicola non ha nulla a che vedere con la brutta edizione in DVD: a parte la grana estremamente visibile della pellicola che era difficilmente conservabile nel telecine, il contrasto della fotografia è molto più forte, i colori molto più saturi e al contempo assolutamente definiti. L'alone costante color albicocca del DVD non esiste: le pareti degli appartamenti sono bianche, non giallastre, le luci alla festa degli Ziegler sono algide, il rosso del Rainbow Fashions è violento e il blu talmente intenso da cavare gli occhi.
La Exhibition, pur in una sistemazione meno ampia di Francoforte, è comunque un gran bello spettacolo. Peccato comunque non aver ritrovato la creatività degli organizzatori tedeschi, che avevano ricreato una parte del labirinto di Shining in modo che il visitatore, stordito dalla musica di Penderecki, trovasse ad ogni svolta di percorso l'ascia di Jack, il coltello di Wendy e la foto incorniciata del 1921. Rispetto alla prima stazione ci sono più oggetti esposti per Aryan Papers e alcuni videodocumentari con fotografie inedite.
In occasione dell'inaugurazione, Christiane è stata intervistata da un giornalista del canale televisivo Canvas: la vedova di Kubrick ha detto più cose nella mezz'ora di trasmissione che in tre o quattro anni di articoli e interviste cartacee. La conferenza con Jan Harlan e Michel Ciment era ben organizzata e ha sofferto solo della sindrome comune a tutti gli incontri col pubblico, quella secondo cui l'intelligenza delle persone presenti è inversamente proporzionale alla probabilità che prendano la parola e facciano domande.
Infine, ho visto anche il documentario diretto da Jan Harlan, O Lucky Malcolm che sarà incluso come extra nella prossima edizione in DVD di Arancia Meccanica: a parte il racconto sempre interessante del lavoro di McDowell con Kubrick, il documentario è piuttosto noioso, montato male e sostanzialmente inutile.
Per la prima volta ho visto sul grande schermo Barry Lyndon, Shining e Full Metal Jacket. Quest'ultimo è stata una vera sorpresa: nonostante abbia sempre pensato che la prima parte del film sia fantastica, avevo sempre avuto riserve sulla seconda, forse per la mia scarsa passione per i film di guerra o forse, per dirla con Michael Herr, perché non avevo la minima idea di cosa Kubrick avesse intenzione di fare. Vederlo con un pubblico fa tutto un altro effetto. Il film funziona, la struttura a due atti è potente, compatta, conclusa. La fotografia con l'enorme profondità di campo tiene gli occhi incollati allo schermo, le steadicam rasoterra ti buttano in mezzo all'azione.
Barry Lyndon è quel capolavoro di fotografia che tutti dicono. Non è per niente scontato ripeterlo. La visione col pubblico poi mi ha ricordato quanto fosse permeato di ironia e sarcasmo: vedendo il film da solo, in TV, non mi era mai parso così divertente. Tre ore senza un briciolo di noia, potevano anche essere dieci e sarebbe stato bellissimo seguire ancora le (dis)avventure di Redmond. L'osservazione sullo stile ironico vale anche per tutti gli altri film: vendendoli uno dopo l'altro, emergono le somiglianze non solo di forma ma anche di stile e l'elemento che più mi ha colpito è questo atteggiamento di ironia distaccata e arguta che permea tutte le storie raccontate da Kubrick.
Shining al cinema semplicemente ti sovrasta. L'edizione proiettata era quella americana, a mio giudizio un po' lenta all'inizio e con qualche digressione inutile (la pediatra e Durkin, in particolare). Eyes Wide Shut in pellicola non ha nulla a che vedere con la brutta edizione in DVD: a parte la grana estremamente visibile della pellicola che era difficilmente conservabile nel telecine, il contrasto della fotografia è molto più forte, i colori molto più saturi e al contempo assolutamente definiti. L'alone costante color albicocca del DVD non esiste: le pareti degli appartamenti sono bianche, non giallastre, le luci alla festa degli Ziegler sono algide, il rosso del Rainbow Fashions è violento e il blu talmente intenso da cavare gli occhi.
La Exhibition, pur in una sistemazione meno ampia di Francoforte, è comunque un gran bello spettacolo. Peccato comunque non aver ritrovato la creatività degli organizzatori tedeschi, che avevano ricreato una parte del labirinto di Shining in modo che il visitatore, stordito dalla musica di Penderecki, trovasse ad ogni svolta di percorso l'ascia di Jack, il coltello di Wendy e la foto incorniciata del 1921. Rispetto alla prima stazione ci sono più oggetti esposti per Aryan Papers e alcuni videodocumentari con fotografie inedite.
In occasione dell'inaugurazione, Christiane è stata intervistata da un giornalista del canale televisivo Canvas: la vedova di Kubrick ha detto più cose nella mezz'ora di trasmissione che in tre o quattro anni di articoli e interviste cartacee. La conferenza con Jan Harlan e Michel Ciment era ben organizzata e ha sofferto solo della sindrome comune a tutti gli incontri col pubblico, quella secondo cui l'intelligenza delle persone presenti è inversamente proporzionale alla probabilità che prendano la parola e facciano domande.
Infine, ho visto anche il documentario diretto da Jan Harlan, O Lucky Malcolm che sarà incluso come extra nella prossima edizione in DVD di Arancia Meccanica: a parte il racconto sempre interessante del lavoro di McDowell con Kubrick, il documentario è piuttosto noioso, montato male e sostanzialmente inutile.
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